La rabbia dei sindaci pugliesi: situazione intollerabile
Domani l'arrivo di Vendola
Otto pullman e decine di auto hanno «scaricato» ai piedi della frana di Montaguto diversi parlamentari e centinaia di amministratori regionali, provinciali e comunali della Puglia. Sono stati esposti a pochi metri dal fango anche i gonfaloni. Un’intera classe politica regionale dice «basta all’isolamento di una significativa parte del Sud». Lo Stato deve intervenire nell’area della frana per ripristinare i collegamenti sulla linea ferroviaria che è indispensabile per la Puglia e sulla strada nazionale che da secoli assolve ad una funzione insostituibile. Per il sindaco di Bari, Michele Emiliano, «non è concepibile sopportare questa forca caudina del rallentamento dei trasporti su gomma e su rotaia». Ma soprattutto per i disabili che da Bari non possono raggiungere più Roma e viceversa. «Il ritardo negli interventi - spiega - è il simbolo d’una concezione del Mezzogiorno che contestiamo, che bisogna cambiare. Se questa frana si fosse verificata in un’altra area del Nord probabilmente non ci sarebbero stati questi ritardi». Per il sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, «si sta vivendo è una situazione di estrema difficoltà. Finora è stata sottovalutata da tutti. È tempo di cambiare registro. Dopo la dichiarazione dello stato d’emergenza da parte del Governo occorre passare ai fatti e fare in modo che questa frana sia realmente messa sotto controllo. Da quello che posso confermare come tecnico ritengo che sia prioritario intervenire a monte, dove bisogna eliminare e incanalare le sorgenti. Non va dimenticato che qui deve passare anche la linea dell’Alta Capacità. C’è una ragione in più per intervenire tempestivamente e per rilanciare un investimento strutturale che deve contribuire allo sviluppo sociale». Per il sindaco di Ostuni, Domenico Tanzarelli, si sconta un’arretratezza economica e sociale che nessuna classe dirigente riesce a superare. «Ho scoperto – sostiene – che questo territorio viene definito il triangolo dell’abbandono. Ebbene se all’abbandono si aggiunge anche la frana che non consente più neanche i collegamenti con la Puglia, tutto diventa più complicato. Invece proviamo a dare una risposta unitaria, di intesa tra Puglia e Campania». «Il conferimento dei poteri straordinari – sostiene l’assessore regionale alle opere pubbliche Amati – non significa risolvere il problema. Certo c’è la possibilità d’intervenire più celermente. In questo caso anche per reperire subito le aree dove stoccare il terreno argilloso. Il problema vero è evitare di arrivare al prossimo autunno senza aver risolto il problema dell’emergenza attuale». Determinato il presidente dell’Amministrazione Provinciale di Brindisi, Massimo Ferrarese. «Ci sono ritardi e responsabilità evidenti. Chi ha sbagliato deve pagare. In questo caso, sul banco degli accusati ci metto sia il Governo centrale che la classe dirigente campana. Il Governo ha impiegato 46 giorni per dichiarare lo stato di calamità. In un paese normale ci vogliono 24 ore. Abbiamo programmato questa manifestazione oltre una settimana fa, a riprova della necessità di provocare uno scossone. Per fortuna il Governo ha adottato una decisione drastica. S’interviene adesso, in altri termini, su una situazione compromessa. I collegamenti tra Campania e Puglia sono essenziali per l’economia delle due regioni. Guai se la stessa cosa si fosse verificata altrove. Avremmo assistito ad una mobilitazione immediata. Questo vuol significare anche un’altra cosa. Noi meridionali dobbiamo prendere coscienza della necessità di un ruolo diverso. Non possiamo più essere abbandonati». Domani la visita del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e dell’assessore regionale Amati, al sito della frana. Appuntamento a Savignano Scalo, ore 10.30.