Disastro annunciato

16 aprile 2010 - Micla Pennetta (Docente di Geologia Ambientale all’università «Federico II» di Napoli )
Fonte: Il Mattino Avellino

Il crescente interesse per le problematiche legate alle aree a rischio idrogeologico e geoambientale sembra, visti gli eventi catastrofici sempre più frequenti, essere solo un atteggiamento di maniera piuttosto che un approccio serio a una programmazione territoriale. Una mancata inversione culturale determina una sostanziale vanificazione del sacrificio di vite umane. Attraverso gli eventi catastrofici - a partire dall’alluvione di Firenze nel 1966, Vico Equense 1966, Palma Campania 1986, Castellammare-Lauro-Forino 1997, fino ai disastri di Sarno, Quindici, Lauro, Cervinara, Avellino, Celzi di Forino, Ischia, Maierato e ultimo il grave dissesto riattivatosi di Montaguto - infligge un ulteriore e forse definitivo contributo in negativo a una vera politica di governance del territorio. La frana di Montaguto, dissesto ben conosciuto già dal tempo dei Borboni, testimonia una sostanziale incapacità a percepire l’evoluzione in negativo di un abbandono generalizzato del territorio. Questo è il momento di agire correttamente; in pratica, niente più interventi inutili e dannosi ma solo lavori necessari ben ponderati e soprattutto funzionanti e funzionali alla salvaguardia delle infrastrutture e alla integrità del torrente Cervaro e della intera valle. Entrando nel merito specifico vi è da dire che si tratta di un movimento franoso lento, intermittente, di terreni argillosi plasticizzati a causa della forte imbibizione di acqua che ha reso scadenti le caratteristiche geotecniche dei terreni. Il tipo di dissesto viene ascritto a una colata di terra a carattere traslativo con volumi di terreno ponderosi e con una estensione areale che trova pochi riscontri a livello europeo. La zona di alimentazione, ampia circa 400 metri, è ubicata a una quota pari a circa 850 metri; il corpo di frana, con morfologia articolata, si sviluppa sino al fondovalle per circa 3000 metri e con un’ampiezza del piede nell’intorno dei 200 metri. Il rischio al momento è l’eventuale occlusione del Torrente Cervaro con una conseguente formazione di un invaso la cui evoluzione potrebbe indurre un sostanziale stravolgimento dell’ecosistema presente. A rendere verosimile questa evenienza è lo scalzamento al piede (parte basale del corpo di frana) del cumulo di frana che da mesi viene attuato in maniera continua attraverso la rimozione dei terreni franati nella zona di unghia (margine inferiore della frana), determinando un indebolimento del piede stesso cui corrisponde il continuo ininterrotto scorrimento verso quote più basse. Questo rimedio è il peggiore dei mali: voleva salvaguardare la SS 90 e la Ferrovia e ha finito per interrompere ambedue i collegamenti con la Puglia. Il vero problema è a monte; vanno rimossi terreni in zone specifiche ma soprattutto vanno evitati i processi di saturazione del versante che determinano la plasticizzazione della massa destrutturata. Gli interventi principali e immediati da attuare devono essere finalizzati all’allontanamento sia delle acque che scorrono in superficie che di quelle infiltratesi da decenni nel sottosuolo. Vanno drenati altresì anche i grossi accumuli di acqua - laghetti frana - formatisi in corrispondenza di trincee e scarpate in contropendenza che determinano anch’essi la mobilizzazione per plasticizzazione dei terreni argillosi. L’indispensabile realizzazione di una rete di drenaggi nel corpo di frana e nel suo intorno, che sia in grado di agevolare il deflusso e l'allontanamento definitivo delle acque cui corrisponderà la stabilizzazione della massa argillosa destrutturata in movimento, è stata solo accennata in emergenza nel 2006 e mai oculatamente posta in essere. Continuare nell’inutile e dispendioso trasferimento del detrito di frana, attuando di fatto uno scalzamento al piede che innesca un successivo colamento delle masse argillose per mancanza di un contrafforte, è del tutto simile alla fatica di Sisifo, sinonimo di interminabili e inutili attività.

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