Ieri 1200 tonnellate di sacchetti solo a Napoli. Sul fronte delle proteste si annuncia una settimana calda

Chiaiano, in 300 occupano la cava.

Tornano i roghi in strada, rischia di saltare il piano De Gennaro
4 maggio 2008 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Proteste dei cittadini e sequestri dei siti individuati dal Commissariato ai rifiuti, da parte della magistratura: a 20 giorni dalla scadenza del mandato, che potrebbe peraltro essere prorogato per la seconda volta dall'esecutivo Berlusconi, il piano De Gennaro è più che mai in bilico. Intanto, nella provincia di Napoli tornano i cumuli di rifiuti non raccolti e si rivedono i roghi di immondizia. Quelli che sprigionano diossina e hanno segnato le fasi più nere dell'emergenza nella nostra regione.
Discariche da realizzare
Savigano Irpino
E' l'invaso già indicato dal decreto prodi, a luglio 2007. Capienza 700.000 tonnellate. De Gennaro confida di utilizzarla a partire da fine maggio.

Napoli
La cava di Chiaiano, individuata dai tecnici del Commissariato ai Rifiuti, è in tufo. Ampia 12.000metri quadri, ha una scarpata di un centinaio di metri.

Sant'Arcangelo
Sono in corso i lavori di realizzazione, effidati alla milanese Deneco. Si prevedono due vasche. Dovrebbe entrare in funzione all'inizio di giugno.

A Chiaiano, ieri, circa 300 persone sono sfilate in corteo per protestare contro la realizzazione di una discarica all'interno di una cava in tufo, confinante con il comune di Marano. Donne, ragazzi, bambini ed alcuni esponenti delle istituzioni, tra i quali il presidente della Commissione Ambiente al Comune di Napoli, Carlo Migliaccio. Una protesta pacifica ma molto partecipata. È culminata con l'occupazione dell'invaso e un'assemblea pubblica davanti alle due pattuglie di polizia che erano a presidiare l'area. «La nostra», rivendicano i promotori del comitato per la difesa delle cave di Chiaiano, «è una iniziativa per scongiurare la realizzazione di una bomba ecologica. La gestione autoritaria del Commissario niente ha ancora proposto sul fronte della riduzione dei rifiuti. La raccolta differenziata è ancora al palo e non c'è un piano serio di riduzione degli imballaggi. Non è pensabile che si continui solo a cercare buchi da colmare di rifiuti indifferenziati». In serata la protesta si è trasferita in via Santa Maria a Cubito. Un gruppo di una cinquantina di manifestanti ha attuato un blocco stradale, con masserizie e copertoni di auto. De Gennaro, però, è intenzionato ad andare avanti.
«La cava di Chiaiano — spiega — potrebbe risolvere lo stoccaggio dei rifiuti prodotti a Napoli per i prossimi due anni». Conta di realizzarla entro 20 giorni, ma sin dalla prossima settimana dovrà misurarsi col montare della protesta. «Ci opporremo fisicamente all'ingresso dei camion in questa cava», preannuncia Ivo Poggiani, ventiquattrenne studente di Giurisprudenza, uno dei partecipanti alla manifestazione di ieri.
L'emergenza, intanto, s'inasprisce. Gli impianti di tritovagliatura lavorano infatti a rilento, soprattutto perché mancano i depositi per le ecoballe, che si accumulano dunque nei piazzali e impediscono di ricevere quantitativi adeguati di spazzatura in ingresso. A Caivano, il più grande tra i tritovagliatori campani, sono ormai giorni che trattano circa 600 tonnellate di rifiuti ogni 24 ore, meno di un terzo della capacità a regime dell'impianto.
Intanto, però, la raccolta dei rifiuti procede al rallentatore e la spazzatura si accumula in strada. A Napoli circa 1300 tonnellate. Non va meglio nella zona dei comuni vesuviani — gravi disagi a San Giorgio a Cremano — e nel Casertano. Torna dunque l'allarme roghi, anche in pieno giorno. Dalla sera di venerdì fino al tardo pomeriggio di ieri, infatti, i pompieri sono intervenuti a spegnere oltre 70 incendi di spazzatura in tutta la provincia di Napoli. Le zone più colpite sono i comuni di Casoria, Afragola e Mugnano. Immondizia in fiamme anche a Napoli, nel quartiere Ponticelli.
Proprio come i suoi predecessori, insomma, il commissario De Gennaro rischia seriamente di decadere dall'incarico — il 26 maggio, salvo proroghe ulteriori — lasciando la Campania in balia dell'emergenza.
Era arrivato l'8 gennaio, nel pieno di una delle crisi più nere, quella che era stata raccontata dagli inviati di tutti i più importanti quotidiani e settimanali nazionali ed internazionali. La sua scommessa era di uscire dalla crisi entro l'8 maggio, in 120 giorni. La data è alle porte, ma l'emergenza non è mai finita.
«La crisi è ancora in atto», ammette infatti oggi De Gennaro, a 20 giorni dall'abbandono, dopo la proroga governativa. Molti dei progetti che ha avviato, se anche vedranno la luce, saranno realizzati oltre la scadenza del suo mandato. La discarica di Savignano Irpino, da 700.000 tonnellate, dovrebbe entrare in attività a fine maggio, ma proteste e mobilitazioni stanno seriamente rallentando i lavori di realizzazione dell'invaso, in una delle più belle aree della regione. Discorso analogo per la discarica che De Gennaro ha avviato a Sant'Arcangelo Trimonte, in provincia di Benevento. Due vasche per una capienza di circa 800.000 tonnellate di immondizia. Ben che vada — o mal che vada, se la si guarda dal punto di vista di chi abita in quella zona e non vuole l'invaso — sarà aperta ai primi di giugno, quando la struttura commissariale dovrebbe essere andata in pensione.
Anche il progetto dello sversatoio di Chiaiano, se mai sarà concretizzato, andrà ben oltre i tempi di sopravvivenza del Commissariato. Difficile che effettivamente sia pronto in 20 giorni, soprattutto perché la prossima settimana si annuncia caldissima, sul versante della protesta. Della discarica di Terzigno, prevista dal decreto Prodi di un anno fa per accogliere la Frazione organica stabilizzata, neppure più si parla, mancando peraltro gli impianti che in Campania producano Fos di qualità.
Come nel gioco dell'oca, insomma, anche nelle vicende del Commissariato all'emergenza rifiuti si torna sempre, o quasi, al punto di partenza. Ovvero, alla discarica di Serre, che fu aperta circa un anno fa e potrà inghiottire l'immondizia campana ancora per pochi mesi e al sito del Ferrandella, nel casertano. Parzialmente sequestrato, quest'ultimo, dalla magistratura nei giorni scorsi.

Powered by PhPeace 2.7.16