La Real Beef riapre i battenti, al lavoro i 101 lavoratori
Operai, in arrivo gli arretrati
Flumeri. Riparte la «Real Beef». Il macello industriale del gruppo ”Cremonini” collocato nell’area Asi di Valle Ufita non inquina. Cadono i capi d’accusa. E dopo circa un mese (20 marzo) di stop, lo stabilimento torna a funzionare. Da stamane cancelli riaperti per i 101 lavoratori, dopo il sequestro preventivo disposto nel mese scorso dalla Procura della Repubblica di Ariano Irpino. Nella mattinata di ieri, il Procuratore capo Luciano D’Emmanuele e il suo sostituto Arturo De Stefano, a seguito dell’istanza presentata dall’avvocato incaricato dalla proprietà aziendale, hanno disposto il dissequestro dello stabilimento. Il provvedimento era nell’aria. Le prescrizioni fissate dalla Procura sono state regolarmente attuate. Dal riscontro effettuato dal Ctu è emerso che i responsabili della «Real Beef» hanno eseguito lavori utili a determinare un significato incremento delle dotazioni impiantistiche e strumentali al fine di contenere le emissioni di sostanze odorigene. La Procura arianese, dopo avere analizzato una relazione preliminare stilata da un consulente tecnico ha ritenuto, inoltre, che tali nuove dotazioni, di cui si è munito lo stabilimento, dovrebbero determinare un sensibile abbattimento delle emissioni. Da oggi in avanti le emissioni in atmosfera prodotte dal macello non dovrebbero rappresentare, come accaduto fino al mese scorso, un problema per i residenti della zona. Alla luce dei risvolti giudiziari, e venendo meno le condizioni che determinarono il sequestro preventivo (sospetto di inquinamento ambientale), la Procura ha disposto il dissequestro dello stabilimento. È toccato ai carabinieri della Stazione di Flumeri, guidati dal maresciallo capo Domenico Fischietto, notificare il provvedimento al legale rappresentante dell’azienda e rimuovere i sigilli apposti - come si ricorda - la mattina del 20 marzo scorso. La notizia è stata accolta con estrema soddisfazione dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali di categoria. Ora, scampato il pericolo, l’unico scoglio da superare resta legato al recupero dei salari per il periodo di chiusura dello stabilimento. Ma in tal senso si è già mossa la Provincia che nel corso del tavolo anticrisi si è assunta l’impegno - su precise rassicurazioni del presidente Cosimo Sibilia e dell'assessore al lavoro Giuseppe Solimine - di sollecitare la Regione Campania ad adottare per il periodo di stop forme di ammortizzatori sociali a tutela dei dipendenti. «Finalmente si conclude con esito positivo una vertenza delicata - dice Raffaele Tangredi, segretario provinciale Fai-Cisl -. Oggi possiamo esternare il nostro compiacimento per due ragioni ben precise. Innanzitutto, per il ritorno in fabbrica dei 101 lavoratori, in secondo luogo per il fatto che l’esito della indagine giudiziaria ha riconsegnato la certezza che la Real Beef non inquina». E poi all’orizzonte c’è la prospettiva di un allargamento del macello con l’incremento di unità lavorative (35 posti).