I consiglieri comunali: l’amministrazione Pepe prevede di incassare 2 milioni oltre il costo del servizio

Il Pdl a Pepe: ecco come ridurre la Tarsu

"Bisogna sospendere subito l'esazione del pagamento della tassa raccolta rifiuti"
15 aprile 2010
Fonte: Il Mattino benevento

Sospensione immediata degli effetti connessi agli avvisi di pagamento in corso di notifica; stralcio del 10 per cento previsto in entrata come addizionale ex Eca, quantificato in 1 milione 519 mila euro, somma non obbligatoria, anzi, illegittima; i 400 mila euro ipotizzati come recupero di evasione devono concorrere direttamente e unicamente a finanziare il costo del servizio; attendere l’approvazione del bilancio 2009 dell’Asia, in modo da quantificare il costo complessivo del servizio da recuperare attraverso la tassa di riferimento, determinandola secondo modalità e criteri previsti dalle legge 507 del ’93; infine, riemettere gli avvisi di pagamento della Tarsu dopo l’approvazione del conto consuntivo del Comune, prevista entro fine aprile. Sono, questi, i contenuti della proposta illustrata in conferenza stampa e depositata ieri mattina dal gruppo Pdl a Palazzo Mosti o, meglio, da 10 esponenti in quanto l’atto non reca le firme di Capezzone, Bocchino, Reale e Di Pietro che, come noto, avevano lamentato carenza di informativa circa l’iniziativa (non a caso, ieri i quattro sono risultati assenti). Oggetto dell’incontro con la stampa, la revisione e la rideterminazione della tariffa, dopo che alle famiglie beneventane sono state recapitate ”bollette” da capogiro relative all’annualità 2009. «Il Pdl, distinguendosi quale ”partito del fare” - secondo il capogruppo Nazzareno Orlando, ha elaborato una proposta concreta. A noi non interessa il discorso sulle responsabilità, è un disco ormai incantato, che un’amministrazione comunale, peraltro a fine mandato, farebbe bene a rimuovere». L’ex sindaco Sandro D’Alessandro ha evidenziato criticità del governo Pepe sopratutto nella gestione dell’Asia, «utilizzata per scopi politici e clientelari, con la conseguenza di appesantire l’Azienda precludendone il rilancio». È toccato a Nicola Boccalone il compito di illustrare la proposta, ma dopo aver contestato al sindaco che le dichiarazioni da lui rilasciate non reggevano, sopratutto quando dice di aver ereditato solo macerie, così come pure aver risanato l’Asia («Il bilancio 2005 di tale Azienda, ultimo della gestione con D’Alessandro sindaco, approvato peraltro da Fausto Pepe, presentava una perdita di soli 38 mila euro») oltre a rilevare che l’obbligo di coprire per intero il costo del servizio non risale certamente ad oggi. Discorso analogo per la raccolta differenziata, con un indice lievitato di pochissimo a fronte di quel 12 per cento attestato dal commissario di governo per l’anno 2005, allorquando Benevento stabiliva la parcentuale più elevata fra i 5 capoluoghi della Campania. È aumentata, invece, la spesa, balzata dagli 8 milioni 781 mila del 2007 ai 15.193 mila del 2009 passando per i 10 milioni 180 mila del 2008. A differenza del biennio precedente, però, alla spesa complessiva è stata contrapposta una previsione di entrata tributaria pari a 17 milioni 872 mila nei quali, come detto, sono previsti pure circa 2 milioni tra addizionale e recupero di evasione, somma la cui esazione, andando oltre la copertura del costo del servizio di raccolta e smaltimento, non sarebbe obbligatoria. Per il 2009 il costo dello sversamento in discarica è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente ma tale circostanza non troverebbe giustificazione nel fatto che l’eventuale mancato raggiungimento del 25 per cento, che costituisce l’obiettivo minimo come raccolta differenziata, comporta un aggravio di solo il 15 per cento del costo sostenuto per il 2008. Da ricordare, inoltre, che ai fini dell’osservanza dei limiti massimi di copertura del costo del servizio si deve far riferimento ai conti consuntivi comprovati da documentazione ufficiale. Sono queste le motivazioni che hanno indotto gle esponenti pidiellini a formulare la proposta anzidetta, utilizzando il presunto avanzo di 2 milioni, «anziché come spesa politica», quale somma per contrarre l’aumento della tassa. In aggiunta alla richiesta alla Provincia di ridurre dal 5 all’1 per cento l’addizionale, si potrebbe pervenire ad un abbassamento dell’aumento della tassa così come ora notificata di una percentuale dal 15 al 18%.

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