Una discarica illegale al posto di pini e macchia mediterranea
Capri. Una discarica abusiva di duemila metri quadrati è stata sequestrata ieri dai carabinieri. L'area, una vasta zona boschiva, immersa in un castagneto in un'area archeologica, dove vennero rinvenuti tra l'altro i resti di una villa romana, è a pochi metri di distanza di un appezzamento di proprietà comunale. Davanti agli occhi dei carabinieri, guidati dal comandante della stazione Michele Sansonne, che hanno portato a termine un'intensa attività investigativa, si è presentato un quadro desolante. Nascosta dietro un pesante cancello di ferro battuto coperto da cannucce, ed al riparo da occhi indiscreti, giacevano accantonati lungo decine e decine di metri di percorso bombole di Gpl, escavatrici, serbatoi di gasolio in disuso, ferraglie arrugginite, materiali edilizi pronti per l'uso, nonché rifiuti speciali e pericolosi, tra cui solventi e vernici. Lo spazio veniva quindi utilizzato, oltre che come discarica abusiva di materiali di risulta, anche a deposito e stoccaggio di articoli per la costruzione cemento, mattoni, laterizi, travi in ferro e prodotti chimici di varie tipologie. I carabinieri hanno anche scoperto che per ricavare più spazio e per creare un varco d'accesso nel verde erano stati tagliati decine di alberi di castagno e distrutta una larga fascia di macchia mediterranea. Inoltre per ottenere il livellamento del suolo e realizzare i vari terrazzamenti erano stato completamente riempiti di materiali di risulta i dislivelli di terreno. Era stata realizzata anche una rampa d'accesso in calcestruzzo, coprendo la terra battuta col cemento, ed all'interno dell'area i militari della compagnia di sorrento hanno scoperto che, nascoste nel verde, erano state realizzate tre baracche in lamiera. Inoltre, abbandonati in vari punti dell'area verde venivano rinvenuti rottami e ferraglie arrugginite, residui di vetri e vecchi motori elettrici in disuso. Materiali che secondo i militari erano stati depositati da tempo, tanto da fare intuire che l'area era stata creata e veniva utilizzata da qualche tempo. Sul posto, in località Gasto, sono stati immediatamente convocati i proprietari dell'appezzamento, insieme con il rappresentante dell'impresa edile a cui era stato affidato lo spazio onde poter notificare i verbali di sequestro. Sono stati quindi denunziate a piede libero per i reati di scempio ambientale, cambio di destinazione d'uso del fondo abusivo e deturpamento di beni e bellezze naturali, tre persone: il proprietario del fondo F.P. di 73 anni, ed i titolari dell'impresa edile che avevano in uso lo spazio C.M. di 47 anni e C.N. dell'81, tutti capresi. Con sorpresa i militari hanno scoperto che i due affidatari del fondo sono figlio e fratello di un agente di polizia municipale. Dopo aver sequestrato la zona i carabinieri hanno rimesso il corposo fascicolo ai giudici della sezione ambientale della Procura, coordinata dal Procuratore aggiunto Aldo De Chiara, che da qualche mese conduce vari filoni di inchiesta sul territorio dell'isola di Capri.