«Contro l’inquinamento una nuova politica dell’ambiente»
Santinelli: solo interventi tampone
Turis: limitare l'0uso delle auto
«Lo smog aumenta, ma il Comune non fa niente per contrastare l’allarme inquinamento». Tra gli ambientalisti, il coro è unanime: in città manca un piano di mobilità. «Si va avanti con interventi tampone - dice Ugo Santinelli di Legambiente - ci troviamo di fronte a due tipi di inquinamento, il primo materiale con il livello delle polveri sottili che troppo spesso supera il limite di guardia; il secondo, non meno pericoloso, immateriale, provocato da un patto scellerato tra l’amministrazione comunale e i cittadini. Il Comune pubblica in ritardo i dati delle centraline e, in questo modo, si deresponsabilizza perché non è costretto ad attuare provvedimenti immediati richiesti dalla legge; i cittadini, non conoscendo il livello dell’inquinamento, continuano a respirare veleno inconsapevolmente, senza nemmeno lamentarsi. Mi chiedo che fine ha fatto il tabellone luminoso in piazza De Marsico che doveva riportare in tempo reale i dati delle due centraline di rilevamento della qualità dell’aria. Non si hanno più notizie nemmeno dei controlli sulle caldaie. Credo che, ancora una volta, per non incorrere in sanzioni di carattere penale, l’amministrazione comunale adotterà qualche provvedimento solo quando gli sforamenti di Pm10 avranno superato i 35 consentiti dalla legge». Per Gianfranco Turis, dell’Isde, associazione internazionale medici per l’ambiente, il Comune non ha le idee chiare per attuare una politica di riduzione dell’inquinamento. «Invece di adoperarsi per limitare l’uso delle auto - dice - si cerca il modo per farle circolare più velocemente realizzando rotatorie e creando parcheggi al centro della città. Il traffico, purtroppo, non viene trattato come un argomento che interessa la salute del cittadino mentre, invece, c’è uno stretto collegamento tanto che quando aumenta l’inquinamento aumentano i casi di patologie respiratorie, tumorali e ischemiche. È da tempo che portiamo avanti questa battaglia. In più di una circostanza abbiamo presentato proposte concrete per affrontare l’emergenza inquinamento ma, al di là di un interessamento apparente, non siamo mai stati ascoltati. La conferma arriva anche dai lavori della metropolitana leggera con una palificazione selvaggia e con una linea elettrica a pochi metri dai balconi delle abitazioni. È un piccolo elettrodotto nel centro della città, abbiamo chiesto quale inquinamento elettromagnetico genererà. Ma, naturalmente, non abbiamo avuto risposte». Insomma, per gli ambientalisti, manca la volontà di affrontare seriamente il problema inquinamento. «La situazione non è più sopportabile - dice Carlo Caramelli del Tribunale per i diritti del malato - non riesco a capire perché ad Avellino non si prendono iniziative come nelle altre città d’Italia per tutelare la salute dei cittadini. Non si può continuare a costringere la popolazione a convivere con questo fenomeno che determina serie patologie. Il problema non si risolve non perché non ci sono soluzioni ma perché manca la volontà di risolverlo. Non è stato nemmeno possibile differenziare l’orario di ingresso nelle scuole, l’apertura dei negozi, il carico e scarico di merci o la raccolta dei rifiuti. Il Comune non ha un progetto sulla mobilità e continua a sbagliare nelle scelte che riguardano il traffico, dai parcheggi nel centro della città alle targhe alterne».