Periferie-discariche: è protesta

Da Macerata a Casapulla colline di spazzatura
I cittadini: intervenite
9 aprile 2010 - Claudio Lombardi
Fonte: Il Mattino Caserta

Periferie-discariche Macerata. L’emergenza sarà anche finita, ma i rifiuti restano e i disagi pure. Ci sono volute due autobotti dei vigili del fuoco di Caserta, l’altra mattina, a Macerata per sedare tre incendi. Un piromane ha dato fuoco ai cumuli di rifiuti che stazionano in via Martiri di Cefalonia, nei pressi del campo sportivo, e nella contrada Sant’Andrea, al confine con Curti e Santa Maria Capua Vetere. In fiamme sacchetti di immondizia, rottami, calcinacci e pneumatici. Di interventi del genere il comando provinciale ne compie diversi ogni giorno. La nube di fumo che si è levata ha invaso la struttura sportiva, rendendo l’aria irrespirabile agli atleti di una società di calcio, che hanno dovuto interrompere gli allenamenti. «Solo un imbecille – dichiara il comandante della polizia municipale, Stanislao Veccia – può pensare che bruciando i rifiuti si risolva il problema. I cittadini hanno ragione a lamentarsi, ma, se si formano le discariche, è colpa di chi sversa illegalmente per non pagare i costi di smaltimento». Girando tra le periferie delle città limitrofe ci si accorge che le montagne di immondizia non «albergano» solo a Macerata. Di fronte alla sede del «Centro di formazione delle maestranze edili», sul territorio di Casapulla, lavatrici in disuso, divani abbandonati, sedie rotte e quintali di materiale di risulta hanno, di fatto, ostruito il passaggio alle auto. Le proteste dei cittadini non mancano, l’amministrazione comunale, però, sembra poco interessata alla vicenda. Non se la passano meglio a Portico, soprattutto nella zona industriale, e a Recale. Nella città del sindaco Americo Porfidia nelle periferie sono davvero tante le discariche a cielo aperto, a cominciare da quella in via Caserta (verso Caturano) fino a quelle in via Petrarca e via Censo, nelle vicinanze della linea ferroviaria «Napoli–Foggia», dove, peraltro, è in costruzione un edificio residenziale. Porfidia, come deterrente agli sversamenti provò persino a chiedere, con tanto di catena e lucchetto, quelle zone. Un provvedimento che, oltre a rivelarsi inefficace, provocò le ire dei gruppi di opposizione. «Un sindaco responsabile – dichiara Isidoro Marcello del Popolo della Liberta – avrebbe istallato un sistema di videosorveglianza e un impianto di illuminazione. Per Porfidia è stato più semplice posizionare una catena e chiudere gli occhi dinanzi al problema». Chi invece, si è dato da fare, nonostante le continue turbolenze politiche cui è sottoposto, è il sindaco di Capodrise, Giuseppe Fattopace. È notizia di ieri che la sua città, insieme a quelle di Casaluce, Cesa e Marano di Napoli, ha ottenuto dai fondi «Por-Fers» più di due milioni di euro per bonificare le periferie.

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