Tassa rifiuti, la sfida dei sindaci: pronto il ricorso al Tar
La Provincia media con l'Anci " Ma occorre il piano indusrtriale"
Tariffe di smaltimento differenziate per i Comuni della Provincia di Napoli: le rilancia l'assessore Giuseppe Caliendo accogliendo una delle proposte dell'Anci, ma il presidente dell'associazione dei Comuni campani, Nino Daniele, si dice pronto a ricorrere al Tar se le tabelle arriveranno prima del varo del piano industriale della società provinciale, la Sapna. Una situazione complessa e incerta che dovrebbe chiarirsi nel corso della prossima settimana: «Stiamo studiando la possibilità di varare tariffe differenziate per premiare i Comuni virtuosi – dice Caliendo - La Sapna la prossima settimana comunicherà alla Provincia la cifra, o le cifre, da pagare per lo smaltimento e noi, a nostra volta, informeremo i Comuni». Poi ci potrebbe essere un incontro con l'Anci. L'associazione, però, contesta il metodo che si sta seguendo: «Per definire in maniera seria i costi bisogna fare prima un piano industriale - dice Daniele - come si fa a definire delle tariffe se non sono chiari gli elementi che concorrono a determinarle? Se non sarà seguito un metodo corretto noi ricorreremo al tribunale amministrativo». Nell'incontro tenuto alla vigilia delle elezioni la Sapna aveva ipotizzato una tariffa di 140 euro alla quale era arrivata sommando una serie di costi. La base di partenza è la cifra base per lo smaltimento indicata dalla struttura di Bertolaso: 90 euro a tonnellata. A questi si è sommato 1,67 euro per le spese della nuova società (la Sapna), 5 per gli oneri finanziari (per il primo anno la Provincia dovrebbe ricorrere alle banche perché ancora non ha incassato la Tarsu), 15 per la società alla quale bisognerà affidare la riscossione della tasse e 25 per rientrare da un'evasione ipotizzata del 20 per cento. Ma, secondo l'amministratore unico della società, Corrado Catenacci, i numeri sono già stati rivisti e ridimensionati. Tanto che il prefetto prevede «aumenti contenuti». I conti definitivi arriveranno la prossima settimana, ma si ipotizza un costo di 104 euro a tonnellata che dovrebbe essere comunicata ai Comuni (che dovranno inserirla in bilancio) ben prima del varo del piano industriale che, secondo il decreto firmato dal presidente Cesaro il 17 marzo, dovrà essere completato entro novanta giorni. Spiega Caliendo: «Se aspettassimo il piano resteremmo ingessati in una situazione che ha già caratterizzato gli ultimi venti anni. Per fare un progetto serio bisogna varare prima un piano regionale dei rifiuti che comprenda anche il ciclo di smaltimento degli speciali e quello delle bonifiche che finora, bisogna ricordarlo, non sono partite». Attualmente l'umido finisce in Sicilia, i fanghi in Puglia o in Toscana e il percolato a Lamezia Terme. Le polemiche, quindi, non mancano: è certo, però, che la Tarsu per i cittadini napoletani sia destinata a lievitare. In che misura lo vedremo nei prossimi giorni. Ma è già possibile fare qualche conto. Attualmente lo smaltimento costa circa 88 euro per ogni tonnellata. Ogni anno Napoli porta negli impianti 450 mila tonnellate di spazzatura spendendo circa 39 milioni. Se lo smaltimento lievitasse a 104 euro (l'ultima cifra ipotizzata dalla Sapna) servirebbero quasi 47 milioni. Se invece trovasse un qualche riscontro l'ipotesi dei 140 euro a tonnellata si arriverebbe a 63 milioni. Una valanga di soldi ai quali bisognerebbe aggiungere i costi della raccolta e del trasporto per i quali si spendono attualmente a Napoli altri 144 milioni all'anno. Per non parlare degli stipendi da pagare ai lavoratori dei consorzi di bacino che saranno addossati alla società provinciale a partire dal varo del piano industriale o al massimo dal prossimo anno. E allora bisognerà mettere in bilancio almeno un' altra quarantina di milioni. Nella migliore delle ipotesi (quella dello smaltimento a 104 euro) saranno quasi cinquanta i milioni da ricaricare sulla Tarsu dei napoletani.