Tassa sui rifiuti, mobilitazione nei Comuni
Amministratori in fibrillazione dopo la diffida del prefetto indirizzata a ventisette comuni irpini per la mancata trasmissione alla Provincia della banca dati delle utenze della Tarsu (la tassa sull'immondizia), così come previsto dalla nuova legge in materia. Il provvedimento, che impone in venti giorni una risposta positiva pena l'arrivo del commissario ad acta, ha riguardato Atripalda, Avella, Baiano, Calitri, Candida, Capriglia Irpina, Castelfranci, Cesinali, Flumeri, Frigento, Grottaminarda, Lioni, Montefalcione, Montefusco, Monteverde, Montoro Superiore, Ospedaletto d'Alpinolo, Parolise, Paternopoli, Quadrelle, Quindici, San Martino Valle Caudina, Sant'Angelo all'Esca, Serino, Sorbo Serpico, Sturno e Venticano. Ma da Montoro Superiore fanno sapere (analogamente anche Atripalda) che già dallo scorso mese di gennaio è stata trasferita agli uffici della Provincia la documentazione richiesta dalla nuova legge sul ciclo integrato dei rifiuti in Campania. L'iniziativa del prefetto di Avellino, Ennio Blasco, è stata dettata dalla necessità di evitare impasse in questa fase delicata di avvio della gestione del ciclo affidata alle Province. La mancata disponibilità dei dati comporta, per Palazzo Caracciolo, problemi per la realizzazione del database e, dunque, per lo start up della gestione diretta della tassa per il prossimo anno. Per il 2010, invece, la riscossione della Tarsu toccherà ancora ai singoli comuni. «Nelle settimane scorse - spiega il dirigente del settore Ambiente di Palazzo Caracciolo, Fernando Capone - abbiamo sottoposto all'attenzione della Prefettura una lista di quaranta comuni che non avevano ancora provveduto alla trasmissione dei dati. Un numero che, fortunatamente, s'è ridotto. Contiamo nella collaborazione degli amministratori in questo particolare momento. Siamo consapevoli del fatto che, spesso, i ritardi nelle comunicazioni sono dovuti a problemi di carattere tecnico e non alla volontà di ostacolare il lavoro che si sta portando avanti». Il dirigente della Provincia evidenzia, inoltre, l'importanza della trasmissione delle banche dati (la legge numero 26 del 2010 obbligava i comuni a farlo entro trenta giorni dalla pubblicazione della norma). «Questi riferimenti sono necessari per completare la redazione del piano industriale da parte della società IrpiniAmbiente che si occupa del ciclo e per stabilire il piano della tariffa. I dati, dunque, sono essenziali per poter predisporre un corretto percorso di lavoro. Non si può prescindere da questi numeri. Lo dice la legge in materia, non è certamente una rivendicazione della Provincia». Gli uffici del settore Ambiente di Palazzo Caracciolo sono all'opera per avviare già dal prossimo anno il pagamento della Tia al posto della Tarsu. Si passerà, dunque, dalla tassa alla tariffa, per cui si pagherà in base ad altri criteri che vanno incontro agli utenti, evitando le disparità che attualmente si registrano con la Tarsu. L'iniziativa del prefetto di Avellino, Blasco, potrebbe essere presa ad esempio anche dalle altre realtà regionali. Il provvedimento del rappresentante di governo fa seguito ad altre azioni che ha promosso nell'ambito della propria attività di vigilanza sulla problematica e di collaborazione con i soggetti istituzionalmente preposti per il ciclo integrato dei rifiuti. Nei giorni scorsi, ha inviato anche una circolare con la quale sollecita la certificazione dei debiti maturati dai comuni per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, obbligando le amministrazioni ad inserire la voce nel bilancio consuntivo da approvare entro fine mese.