Impianti di depurazione a regime ma in mille scaricano abusivamente

Nel pomeriggio ci sarà la visita all'impianto di Cuma risanato
La protesta di verdi e operatori
8 aprile 2010 - vi. amm.
Fonte: Il Mattino Caserta

È prevista per oggi pomeriggio alle 14.30 all'impianto di Cuma la seconda visita di controllo sugli impianti di depurazione dei Regi Lagni da parte degli ambientalisti e degli operatori balneari del litorale domizio. Qui l'ingegner Bruno Orrico, il responsabile per la Regione Campania per i depuratori del Ps3, mostrerà ai visitatori insieme ai dirigenti dell'Hydrogest Campania i progressi fatti dall'impianto di Cuma rispetto alla passata stagione, così come già fatto sette giorni fa all'impianto di Villa Literno. Ma ambientalisti e gestori degli stabilimenti balneari, pur apprezzando il miglioramento nella gestione degli impianti di depurazione, sembrano non essere soddisfatti e temono che la salute del mare non migliori in maniera consistente e così come promesso dalle istituzioni. I motivi sono solidi e preoccupanti. «L'Arpac - sottolinea Antonio Cecoro, presidente dell'Assobalneatori - ha completato la mappatura degli scarichi fognari abusivi che insistono sul canale dei Regi Lagni e su quello del fiume Volturno. Ed ha catalogato almeno un migliaio di irregolarità. Se non si interviene su questi fenomeni irregolari - aggiunge Cecoro - servirà a poco che i depuratori funzionino a regime, perché il mare continuerà ad essere non balneabile su gran parte della costa casertana». Fra i numerosi scarichi abusivi, come denuncia il presidente dell'Assobalneatori, ci sarebbero, oltre ad alcune abitazioni civili e qualche opificio industriale, anche intere aree Asi e addirittura molte amministrazioni comunali (anche di grande dimensione). Un problema quindi di non poco conto, e che richiederà - anche quando si metterà mano alle possibili soluzioni - tempi non brevissimi visto l’estensione del fenomeno. Con l’inevitabile conseguenza sulle analisi di balneabilità e sulla prossima stagione per chi gestisce gli stabilimenti marini. «Non serve una mappatura degli scarichi abusivi che resti fine a se stessa - denuncia il presidente Cecoro -. Occorre che l'Arpac denunci i trasgressori alle provincie (competenti per la materia ambientale) e alle forze dell'ordine. E che la magistratura reprimi le irregolarità. Vanno immediatamente contrastati questi fenomeni che sono dei veri e propri attacchi alla salute pubblica e all'economia dell'intero litorale domizio». Un appello che sembra non destinato a restare lettera morta. Infatti, dal sito web dell'Arpac, www. Regilagni.it, si garantisce che a breve sarà disponibile l'intera cartina degli scarichi abusivi individuati. Quindi, tempi duri per chi inquina e speranze per il litorale che attende da troppi anni che siano ristabilite le regole della civile convivenza e che i territori a nord si assumano finalmente le proprie responsabilità. Perché, in effetti, il mare è una risorsa per l'intera provincia.

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