Rincari Tarsu "No agli aumenti indiscriminati"
Sindaci in rivolta, Catenacci nessuna scure
Tarsu più cara per i cittadini della provincia di Napoli: se ne parlava da tempo, ma nei prossimi giorni se ne avrà la certezza. Un rincaro definito contenuto dall’amministratore unico della società provinciale, il prefetto Corrado Catenacci. Ma già dopo un incontro che si è tenuto immediatamente prima delle elezioni, i sindaci protestano: «Gli aumenti della Tarsu non possono essere indiscriminati – dice Enzo Cuomo, coordinatore dell'Anci per la provincia di Napoli e sindaco di Portici – I cittadini dei Comuni virtuosi, quelli che hanno dato impulso alla differenziata, non possono vedersi aumentare l'imposta». Una matassa difficile da sbrogliare. Nei prossimi giorni la società provinciale ultimerà i calcoli sui costi di smaltimento, varerà una tariffa e la comunicherà alla Provincia per ottenere il definitivo via libera. Un iter da concludere necessariamente molto presto visto che i Comuni dovranno utilizzare le tariffe per compilare i bilanci. Attualmente a Napoli smaltire una tonnellata di spazzatura costa 88 euro, d'ora in poi potrebbe costare 104 euro (ma la cifra è orientativa). Il costo base ipotizzato dai tecnici di Bertolaso (che potevano contare sui militari) era di 90 euro. Con gli attuali parametri ogni cittadino sborsa 42 euro all'anno, con quelli nuovi si sfioreranno i 50 euro. A questa cifra bisognerà poi aggiungere le spese per la raccolta e per i trasporti e quelli per i dipendenti dei consorzi di bacino che dovranno essere assorbiti dalla Provincia. «Con i costi complessivi crescenti – sostiene Catenacci – aumenterà anche la Tarsu. Ma niente scure, non ci saranno incrementi eccessivi. Il nostro impegno è quello di contenere al massimo i costi». E infatti le spese per la società (comprensivi di stipendi per i dirigenti e per i dipendenti, fitto della sede, raccolta del percolato, sorveglianza e fitto di auto per il trasporto) incideranno in maniera contenuta nella determinazione delle tariffe: l'1,67 per cento. Molto di più, restando inalterati i costi per i conferimenti in discarica, conteranno le ipotetiche evasioni. Nel conteggio, infatti, è stato considerato anche il mancato ricavo provocato dall'evasione che si aggira nella nostra provincia intorno al trenta per cento, mentre nel resto d'Italia non supera il dieci. A quanto pare per pareggiare i conti le spese non sono state distribuite su tutti i cittadini, ma solo su quelli che realisticamente pagheranno, con la speranza di riuscire nel tempo ad aumentarne il numero. Resta in piedi, poi, il problema dei dipendenti dei consorzi di bacino che dovranno essere assorbiti dalle società provinciali e quindi anche i loro stipendi dovranno essere pagati attraverso la Tarsu. Ma questo, avverte Catenacci, avverrà solo dal prossimo anno «quando effettivamente saremo noi a riscuotere le imposte». Per il momento, infatti, il compito di incassare toccherà ancora ai Comuni. Una situazione complessa rispetto alla quale gli amministratori affilano le armi: «La tariffa – sostiene Cuomo – andrebbe costruita insieme agli enti locali tenendo conto delle differenti situazioni e premiando chi ha diffuso la differenziata. Su questo punto, invece, c'è un pericoloso arretramento sia dal punto di vista legislativo che da quello culturale». Per fare un punto definitivo bisognerà attendere il varo del piano industriale della società provinciale che un decreto del presidente Cesaro stabilisce debba avvenire entro novanta giorni a partire dal 17 marzo. Intanto sono stati nominati i dirigenti della società: il direttore generale è l'ex capo della criminalpol nel Sud Italia, Umberto Vecchione, il direttore tecnico è il docente dell'università Partenope Giovanni Perillo. Nessuno avrà compensi elevati: «Io guadagnerò 2701 euro netti al mese», sottolinea Catenacci.