Arriva la commissione europea Missione a Chiaiano e Acerra
Quattro giorni in Campania per scoprire che cosa ci sia di vero nelle accuse lanciate dai firmatari delle tante petizioni sulla gestione dell'emergenza rifiuti: lo ha deciso la commissione europea presieduta da Erminia Mazzoni. I deputati saranno a Napoli dl 27 al 30 aprile. Il 28 visiteranno l'inceneritore di Acerra e la discarica di Chiaiano incontrando sindaci e amministratori. Poi riceveranno i firmatari delle petizioni. Il giorno successivo gli onorevoli si trasferiranno a Serre e nel pomeriggio incontreranno gli esperti. Il 30 vedranno le autorità provinciali e regionali. Particolare attenzione, è scritto nel programma, sarà prestata all'applicazione delle norme europee nella realizzazione delle discariche, alla presenza di diossina e di rifiuti tossici, all'impatto dei depositi sulla salute delle comunità locali. «Durante la missione investigativa toccheremo i siti di Chiaiano, Serre, Terzigno, Acerra e Basso dell’Olmo – spiega l'onorevole Mazzoni - per verificare lo stato di avanzamento del piano rifiuti, illustrato nel corso della audizione di gennaio, presso la Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, dai rappresentanti della Regione Campania. Da tale verifica ci auguriamo di poter ottenere le risposte richieste dalla Commissione Europea per chiudere la procedura di infrazione aperta nel 2007 e sbloccare i circa 500 milioni di euro indispensabili alla Regione per completare il ciclo di smaltimento dei rifiuti». «Siamo soddisfatti dell'interesse mostrato dall'Europa – dice il portavoce del comitato di Acerra contro l'inceneritore, Tommaso Esposito – E questo a differenza di quanto avviene in Italia dove siamo rimasti inascoltati e attraverso la militarizzazione del territorio si continua a imporre scelte calate dall'alto. Il completamento dell'inceneritore è stato possibile solo violando le normative europee a tutela della salute dei cittadini e di un corretto smaltimento dei rifiuti». Le petizioni presentate a partite dal 2007, riguardano il piano di gestione della spazzatura da cui sarebbero scaturiti, secondo i firmatari «effetti perniciosi su aree di interesse pubblico per ragioni ambientali, economiche, culturali e agricole”. I comitati hanno denunciato la mancanza di una solida pianificazione di gestione dei rifiuti e di una adeguata rete infrastrutturale, contestando, nello specifico, l’apertura delle discariche di Serre, Campagna e Savignano Irpino, la riapertura della discarica di Ariano Irpino, la realizzazione dei siti temporanei di stoccaggio a Marigliano e a Giugliano e, infine, la realizzazione del termovalorizzatore di Acerra in violazione delle direttive comunitaria sulla produzione dell’energia elettrica, sull’incenerimento dei rifiuti , e sulla valutazione dell’impatto ambientale di progetti pubblici.