«Interventi costosi e poco funzionali occorre subito un piano strategico»
Le spiagge della Campania: patrimonio ambientale autoctono da tutelare e valorizzare La Campania ha un grande patrimonio di risorse naturali ed ambientali autoctone di grandissimo e strategico valore socio-economico come le spiagge. Tali risorse che la regione possiede e sono a disposizione di tutti i cittadini rappresentano un insostituibile bene comune che chiede solo di essere tutelato e valorizzato, restaurato dove l'uomo e l'evoluzione naturale l'hanno modificato e deteriorato, in modo da conservare e migliorare un patrimonio in grado di assicurare un assetto socio-economico e uno sviluppo sostenibile e duraturo anche per le generazioni future. Finora sono stati attuati alcuni interventi di difesa mal concepiti in quanto basati su vetuste conoscenze geoambientali e improntati ad una sorpassata ed inefficace, nei tempi medio-lunghi, difesa ad oltranza tipo «Linea Maginot» che era già inutile quando fu realizzata. Tali interventi molto costosi e attuati senza una preventiva e seria valutazione dell'impatto ambientale, durante i lavori e ad opere realizzate, hanno provocato seri dissesti al litorale come accaduto a Capitello nel golfo di Policastro dove è stata danneggiata anche l'unica strada costiera che collega Scario con Sapri. Nei progetti regionali si continua a proporre un irrealizzabile ripascimento artificiale con sabbia prelevata dai fondali marini che si è rivelato inattuabile (non c'è sabbia sufficiente per tutte le spiagge in erosione) e si identifica come «un intervento di nicchia» non duraturo e molto costoso ma molto buono per spendere soldi pubblici con la scusa dell'emergenza. I sedimenti per restaurare le spiagge potrebbero essere ricavati dal restauro ambientale delle cave abbandonate in modo da ottenere i classici due piccioni con una fava: il restauro delle cave prima che vengano riempite di immondizia (come le cave di Terzigno) e il recupero di territorio pregiato di grande valenza ambientale e socio-economica. Un idoneo e sostenibile restauro delle spiagge garantirebbe la sicurezza all'ambiente antropizzato e metterebbe a disposizione delle istituzioni pubbliche un nuovo territorio di elevato valore ambientale ed economico; gli interventi potrebbero essere realizzati con un trasparente ed originale rapporto pubblico-privato. Finora gli interventi regionali hanno puntato a potenziare la portualità turistica lasciando nel degrado gran parte delle spiagge; in tal modo si privilegiano i cittadini ricchi che possono ormeggiare le imbarcazioni con le quali raggiungere le acque non inquinate lontano dalla costa. La maggior parte dei cittadini, invece, è costretta ad andare in altri lidi non inquinati fuori regione o a rischiare problemi seri di salute facendo i bagni «fuorilegge» in aree inquinate come il litorale Domitio. Occorre un piano strategico pluriannuale per il restauro ambientale dei litorali non balneabili per inquinamento. Per quanto riguarda il litorale domitio si deve garantire che tutti gli scarichi liquidi di tutti i tipi devono essere depurati in modo da rendere balneabile tutto il litorale, coinvolgendo anche il Molise dal momento che parte della Provincia di Isernia immette gli scarichi nel Volturno. Si tenga presente che 1 chilometro di spiaggia balneabile e adeguatamente attrezzata può garantire un fatturato annuo variabile da 2 a 4 milioni di euro. Considerando che attualmente circa 30 chilometri di litorale non sono balneabili, entro 5 anni il restauro ambientale e il disinquinamento potrebbero determinare l'incremento del fatturato della fascia costiera di almeno 60 milioni di euro annui. È evidente che il corretto uso di una risorsa autoctona di importanza strategica come le spiagge potrebbe garantire centinaia di nuovi posti di lavoro.