Rifiuti, blitz dei senza lavoro: occupata l'Asìa
Mattinata di caos, ieri, in via Scarfoglio. Un gruppo di disoccupati del progetto Isola ha occupato gli uffici della sede dell'Asìa, l'azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti a Napoli. L'eco della protesta è tornato a risuonare in città. Rifiuti e lavoro, i temi più scottanti di questo periodo, sono tornati al centro dell'attenzione. Per qualcuno potrebbe essere una coincidenza non casuale: terminata la tornata elettorale, spenti i riflettori sulla propaganda politica, i disoccupati fanno pressing. Ieri mattina, un centinaio di senzalavoro hanno organizzato un presidio davanti alla sede dell'Asìa manifestando con striscioni e slogan. Sul posto anche la polizia, ma non c'è stato bisogno di interventi: la manifestazione si è svolta pacificamente senza problemi di ordine pubblico. Questa volta la protesta non si è tramutata in guerriglia, come accadde invece un mese fa nelle strade del centro cittadino quando un corteo di oltre cento manifestanti marciò verso Palazzo San Giacomo per depositare sacchetti di rifiuti, lungo la strada furono rovesciati cassonetti e due funzionari dello staff dell'assessore Gabriele furono aggrediti. Ieri mattina la protesta ha mantenuto toni moderati, è durata alcune ore e si è conclusa con i manifestanti che hanno abbandonato il presidio e liberato gli uffici dopo aver ricevuto dai piani alti della sede rassicurazioni sulla disponibilità della direzione ad un incontro. Si discuterà delle iniziative legate allo smaltimento al dettaglio nelle quali i disoccupati potrebbero essere coinvolti. «Vogliamo essere impiegati per la raccolta differenziata», spiegano. Già nei mesi scorsi avevano manifestato e organizzato cortei per esprimere i propri disagi. Più in generale, il problema della disoccupazione è finito sotto i riflettori anche di recente, insieme alla passata campagna elettorale dopo segnalazioni, sospetti, testimonianze anticipate dal Mattino (la siglia dei Banchi nuovi ha espressamente fatto appelli al non voto) e finite sul tavolo degli inquirenti, relative a promesse, anche di lavoro, fatte da qualche candidato in cambio di voti. Un filone investigativo aperto, indagine ancora nella fase embrionale che mira a fare luce sul presunto voto di scambio. Un'ombra estesa anche ai disoccupati, sulla base del sospetto di sigle sindacali di senzalavoro che avrebbero creato una sorta di comitati elettorali per dirottare le preferenze a favore di un determinato candidato in cambio del sussidio o di un posto di lavoro. Ma questa è un'altra storia.