Chiaiano, migliaia di no alle ecoballe. Berlusconi rivela: da 20 giorni studio l'emergenza

Sigilli a Pianodardine, indagato Giannini

Migliaia di persone manifestano a Chaiano contro le ecoballe. A pianodardine la procura sequestra il sito.
30 aprile 2008 - Carlo Franco
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Se Napoli piange ai piedi della sua montagna di rifiuti, Roma non ride. Oppure: aver compagni al duol scema la pena. Le metafore servono a spiegare che l'Europa ha posto nel mirino la prima e la terza città d'Italia e l'ultima da Bruxelles è che il nostro Paese finirà davanti alla Corte di giustizia europea del Lussemburgo per i rifiuti di Napoli. E, forse, per quelli di Roma. L'accelerazione del processo è avvenuta ieri e le notizie rimbalzate da Bruxelles sono state variamente commentate in Italia. Il premier Berlusconi ha ripetuto che si trasferirà a Napoli per risolvere i problemi, ma ha annunciato che solleciterà una relazione puntigliosa anche sulle carenze della raccolta dei rifiuti a Roma. Ma torniamo a intrecciare le notizie italiane con quelle provenienti dall'Ue.
Barbara Heifferich, portavoce del Commissario all'ambiente, Stavros Dimas, ha annunciato che in questi giorni i dossier sulla Campania e sul Lazio sono oggetto di una severa valutazione da parte degli esperti europei. Silvio Berlusconi, evidentemente informato della procedura d'infrazione, ha confermato che i problemi napoletani sono in cima ai suoi pensieri: «Da venti giorni — ha detto — studio le carte per farmi una idea da dove cominciare per trovare una soluzione all'emergenza rifiuti». L'ha trovata? «La troverò nel più breve tempo possibile — dice da Roma il premier — L'ho promesso e manterrò l'impegno. Per ora ho capito che è estremamente difficile ed ho scoperto che anche Roma potrebbe trovarsi al più presto nelle stesse condizioni. Anche Roma è un problema, di dimensioni più modeste, certo, ma se non si corre ai ripari si scivolerà anche lì nel dramma. Per rendersene conto basta una cifra: in Lombardia, dove abbiamo governato, i termovalorizzatori sono tredici, a Roma solo tre e a Napoli non ce n'è neanche uno. Se tanto mi dà tanto anche la Capitale è sulla via dell'emergenza e bisogna bloccare subito la frana». Poche ma sentite parole che hanno innescato una duplice reazione: a Napoli l'hanno presa bene, perché è di nuovo allarme rosso, a Roma no, il paragone con Napoli, anzi, l'hanno ritenuto un affronto. A farsi interprete di questo sentimento è stato per primo il neosindaco Gianni Alemanno che ha risposto a muso duro al premier utilizzando, manco a dirlo, Napoli come termine negativo di raffronto: «Vi assicuro — ha detto — che Roma non vivrà il tormento che ha vissuto Napoli».
Le buone intenzioni del premier di Arcore, ribadite ieri, potrebbero non essere sufficienti. Berlusconi, infatti, troverà una situazione di scollamento generale e il primo ostacolo è l'ostinazione con la quale le popolazioni assediate dai rifiuti si oppongono alle discariche. A Chiaiano ieri mattina si è svolta un'altra manifestazione di protesta contro la discarica con qualche migliaio di persone. Nello stesso momento i tecnici del Commissariato, invece, ribadivano l'esigenza di completare al più presto la realizzazione della discarica. I cittadini hanno risposto confermando i loro diktat: «Giù le mani dalle cave» e dimissioni immediate del Governatore Bassolino e del sindaco Rosa Iervolino.
Tensione a mille anche a Marano dove i carabinieri e i tecnici dell'Arpac hanno sequestrato per irregolarità il sito di trasferenza provocando la protesta del sindaco Salvatore Perrotta: «E' un provvedimento ad orologeria, ma non ci lasceremo intimidire». Anche a Savignano Irpino e a Sant'Arcangelo Trimonti le popolazioni sono in rivolta e le autorità sembrano impotenti contro l'onda montante. Ai cittadini irpini, comunque, De Gennaro ha promesso che potrebbe ridurre il quantitativo di rifiuti da conferire alla discarica: attualmente è di 700mila tonnellate. Ma per il commissario una tegola è arrivata in serata: con i carabinieri che hanno sequestrato il sito di Pianodardine su disposizione della procura della Repubblica per «gravi carenze di sicurezza del sito», destinato ad accogliere circa 42 mila tonnellate di ecoballe. E, soprattutto, il generale Franco Giannini, stretto collaboratore di De Gennaro, è stato indagato per l'ipotesi di reato di smaltimento illecito nell'ambito dell'inchiesta della procura di Avellino che ha portato al sequestro dell'area. Indagato anche Raffaele Spagnuolo, presidente del consorzio Cosmari, che comprende 44 comuni irpini, per omissione per quanto riguarda le misure di sicurezza antincendio.
In questo clima, il cardinale Sepe ha rinnovato il suo appello a fare presto: «L'arrivo del caldo — ha detto — mi terrorizza, bisogna decidere in fretta cosa fare e farlo bene». Il cardinale ha anche accennato alla prossima uscita di scena del super commissario De Gennaro: «Ha fatto un buon lavoro, ma evidentemente ci sono ancora dei problemi e bisogna risolverli subito». Nessun accenno alle promesse di Berlusconi sulle quali, del resto, Sepe si è già espresso: siamo pronti a collaborare con chi viene a tendere una mano a Napoli, ma aspettiamo i fatti.

 

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