Frana, rimossa la linea ferroviaria
Montaguto. Per eliminare il terreno argilloso che si dirige anche verso il greto del fiume Cervaro, le Ferrovie dello Stato hanno proceduto all’eliminazione di un altro tratto di binari. Solo così si può creare un passaggio in più tra la massicciata della ferrovia e il piede della frana. Serve soprattutto ai mezzi che devono trasferire al chilometro 41, in località Tre Confini, il terreno da stoccare. Anche il commissario Mario De Biase conferma l’urgenza dell’operazione avviata. «Per il momento - precisa - non si corre ancora il rischio che la frana raggiunga il fiume, ma ciò non toglie che bisogna essere prudenti e previgenti. Tra l’altro si tratta di far lavorare tranquillamente i mezzi impiegati sul posto in questo mare di fango. Inoltre c’è un preciso accordo con le Ferrovie: compete loro occuparsi di questa area. L’eliminazione dei binari è propedeutica al tipo di lavori da portare avanti». Il commissario De Biase si sente, in realtà, rinfrancato dai risultati del sopralluogo effettuato lungo il percorso dei tre chilometri della frana assieme ai tecnici dell’Università di Fisciano, dell’Autorità di Bacino e l’Anas. «Innanzitutto - precisa - abbiamo più certezze sul movimento franoso e sulle sue caratteristiche. Di conseguenza siamo convinti che bisogna andare avanti sulle direttrici individuate: l’eliminazione di 700mila metri cubi di terreno ai piedi della frana per ripristinare la ferrovia e la bretella sulla statale 90 delle Puglie. In secondo luogo va avanti anche l’incalanamento delle acque superficiali e lo svuotamento del lago principale e dei laghetti che si sono formati sulla sommità. Un tentativo di sistemazione di una nuova pompa di sollevamento e di un pozzo laterale è andato perfettamente in porto. Si può prevedere un possibile svuotamento anche dell’invaso più grande in tempi rapidi». A questo punto devono cominciare i lavori per la messa in sicurezza della frana. Il professore Cascini è già al lavoro con la sua equipe di tecnici. Il commissario De Biase conta di aprire il cantiere entro il mese di giugno. Sempre che nel frattempo si mantenga la promessa di affidargli nuovi poteri in deroga e soprattutto possa attingere ai 38 milioni di fondi Fas a disposizione della Regione Campania. «Finora però - commenta De Biase - non ho visto ancora un euro. Le imprese continuano a lavorare ma potrebbero trovarsi in difficoltà». Per il sindaco di Greci, Bartolomeo Zoccano, guai a «frapporre ostacoli all’attività avviata». «Da quattro anni - sostiene - questa frana ha messo in ginocchio l’economia locale. Rivolgiamo un appello agli enti e alle autorità competenti anche per sollecitare sgravi fiscali e ristori agli operatori del territorio. Mi riferisco alle tante attività di Savignano, Greci e Montaguto e Ariano che sono allo stremo. Da parte nostra c’è tutta la disponibilità a collaborare e ad individuare soluzioni per aiutare i nostri concittadini». Diverso il discorso degli ambientalisti. Per Antonio Membrino si continua a non capire il fenomeno franoso e ad impiegare inutilmente risorse ingenti. Per Giovanni Maraia di «Ariano in Movimento» resta valida l’ipotesi di un percorso alternativo per la bretella e la ferrovia. «Probabilmente - afferma De Biase - si perderebbe altro tempo. Non è facile realizzare un nuovo tratto ferroviario, anche per via dei costi». Lamentele da parte dei passeggeri, costretti a servirsi dei servizi sostitutivi delle Ferrovie da Benevento e Foggia. Troppi i tempi di percorrenza sui bus tra queste due città: noventa minuti in più rispetto a prima.