La "Real Beef" chiude, pronti i licenziamenti
Ora è dramma lavoro alla «Real Beef» di Flumeri. La volontà dell’azienda è quella di cessare le attività produttive e di chiudere lo stabilimento di Valle Ufita, peraltro già fermo dallo scorso 20 marzo, a seguito del sequestro preventivo, per inquinamento ambientale, disposto dalla Procura della Repubblica di Ariano Irpino. La comunicazione ufficiale è stata resa nota ieri mattina dai due rappresentanti aziendali, Zinco e Fischetto, presenti alla riunione indetta presso la sede di Confindustria ad Avellino, cui hanno preso parte, oltre alla dirigente Rosanna D’Archi, anche i sindacati di categoria e le Rsa della fabbrica, Cosimo Massone (Cgil) e Gerardo Marotta (Cisl). S’infittisce di incognite e timori, dunque, il futuro dei 101 lavoratori impiegati presso il macello industriale. E per loro s’annuncia una Pasqua di passione. Le parti sociali annunciano una dura battaglia: «Occorre creare un fronte unico a livello istituzionale per evitare il peggio». E ieri già hanno abbozzato una prima resistenza rispetto al disegno immaginato dalla «Real Beef». Raffaele Tangredi e Aniello Vece, segretari provinciali rispettivamente della Fai-Cisl e Flai-Cgil, hanno rigettato la proposta dell’azienda. «L’esito dell’incontro – chiarisce Tangredi – per quanto comunicatoci è drammatico. Per adesso abbiamo respinto la richiesta di cessazione delle attività. Riteniamo questa strategia deleteria non solo per i 101 lavoratori e per le loro famiglie, ma per un intero comprensorio (quello ufitano, ndr) che, al di là della decisione della magistratura, aveva beneficiato della presenza dell’opificio». Le iniziative immediate che Cisl e Cgil hanno pianificato sono due: incontrare il presidente della Provincia Cosimo Sibilia, trasferire la vertenza sul tavolo dell’assessore regionale al Lavoro. E la prima risposta già è giunta. Mercoledì 7 aprile azienda e sindacati sono stati convocati intorno al tavolo anticrisi istituito in Provincia alla presenza del presidente Sibilia e dell’assessore al ramo Giuseppe Solimine. «Dobbiamo accelerare su tutti i fronti – aggiunge Aniello Vece (Cgil) -, coinvolgendo in maniera particolare la Regione. Anche perché il caso della Real Beef è un caso anomalo: i lavoratori stanno pagando non le conseguenze di una crisi produttiva del settore, ma quelle riconducibili a responsabilità di altra natura». E proprio questo aspetto che renderebbe ancora più ardua la «trattativa» che bisognerà intavolare presso l’Assessorato regionale al ramo per il ricorso alla cassa integrazione in deroga. I sindacati restano preoccupati, come d’altronde i lavoratori. Bisognerà fare in modo di individuare forme di ammortizzatori sociali in grado di mantenere legati all’ombelico dell’azienda i lavoratori, scongiurando ad ogni modo i loro licenziamenti. Mentre, sull’intera vicenda pesa un altro dato. Dagli atti della magistratura non si evincono, stante le dichiarazioni fornite dai sindacati, quali potrebbero essere le soluzioni e le iniziative che l’azienda di macellazione dovrebbe intraprendere per ottenere il dissequestro. «E questo dato – fa notare Tangredi –, pur sottolineando la nostra incondizionata fiducia verso l’azione della magistratura, ci fa ritenere che per superare l’empasse occorrono tempi biblici. Io, pertanto, sono davvero preoccupato». A questo punto, non resta che attendere la fine delle festività pasquali e sperare in una immediata composizione della nuova Giunta Regionale per fissare i prossimi appuntamenti cruciali per il futuro della «Real Beef».