Foro boario indagine del Tribunale
Maddaloni. Allarme diossina. Si indaga sulle ricadute degli inquinanti al suolo, sulla contaminazione delle matrici ambientali (aria, acqua e suolo) e sugli effetti sulla popolazione bersagliata dalle esalazioni prodotte dalla combustione (durata quasi tre anni) della discarica urbana dell'ex-Foro Boario. Toccherà, ancora una volta al professor Sante Capasso, docente di chimica fisica del dipartimento di Scienze Ambientali della Sun, eseguire un «monitoraggio degli effetti della diossina» su ordine del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il ckeck-up completo, corredato da una indicazione sullo studio dei venti e dalla persistenza della nube tossica (liberata da 4500 tonnellate di rifiuti in autocombustione) in prossimità delle abitazioni, servirà ad «accertare tutti i fenomeni riconducibili alle immissioni nocive». Il know how, tecnico e scientifico, di Capasso dovrà poi documentare se e in che misura le diossine, liberate dall'ex-sito di trasferenza, abbiano bersagliato i residenti nell'area perimetrale della ex-discarica temporanea. Dati che verranno incrociati poi con la documentazione, presentata dai privati e relativa agli eventuali disagi patiti. Dall'esito verranno contabilizzati gli eventuali danni arrecati ai cittadini con annessi indennizzi nell'ambito del processo per procurato danno ambientale. Ma al Tribunale soprattutto interessa conoscere se c'è stata «condotta omissiva del Comune» nella gestione dell'autocombustione della discarica, posta all'incrocio tra la variante Anas Maddaloni-Capua e l'ex-statale 265. Insomma, se gli amministratori tutti, succedutisi dal 2003 al 2008, abbiano omesso di garantire il «diritto alla salubrità ambientale». Secondo l'accusa, retta dall'avvocata Rosaria Saveria Ferraro in nome e per conto dei residenti, il Comune non avrebbe «provveduto, a partire dal settembre 2003, prima alla rimozione dei rifiuti» e poi all' «adozione di accorgimenti per impedire le emissioni». Così i danni oggettivi procurati alle matrici ambientali (aria, acqua e suolo) avrebbero innescato «danni patrimoniali (agli immobili e alle imprese), danni biologici, psichici, nonché la lesione del diritto ad un ambiente salubre». Non è la solita iniziativa di protesta dei comitati spontanei. Per la prima volta in assoluto in Campania, la sezione staccata di Marcianise presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dovrà pronunciarsi su una documentata richiesta di risarcimento dei danni procurati alle famiglie, alle imprese e agli immobili confinati con una discarica in ebollizione. E c'è già un'importante vittoria: non sarà un dibattimento solo documentale ma arricchito da uno studio scientifico di valore assoluto e dalle testimonianze dei cittadini.