Acque a rischio sversate in mare scattano i sigilli alla centrale Sippic

26 marzo 2010 - l.d.g.
Fonte: Il Mattino

Emissioni illegali in atmosfera, scarico di acque reflue a mare, rifiuti pericolosi trattati (falsamente) come ordinari. Sono i motivi che hanno spinto il gip di Napoli a disporre il sequestro della centrale elettrica della Sippic a Capri. Sette mesi dopo il blackout di ferragosto, che catapultò il caso Capri all’attenzione nazionale, c’è una svolta giudiziaria: è stato il gip, in seduta collegiale (come previsto dalle norme speciali varate in piena emergenza rifiuti), ad accogliere le conclusioni del pool Ecologia guidato dall’aggiunto Aldo De Chiara. Un sequestro condizionato a una serie di prescrizioni, necessarie per adattare il funzionamento della centrale elettrica di Marina Grande agli standard del codice ambientale. Detto in soldoni, la Sippic ora ha sessanta giorni a disposizione per adeguarsi agli adempimenti imposti dal gip, fermo restando che da qualche mese la centrale è anche sotto regime di commissariamento imposto dal governo. Sott’accusa ci sono il presidente della Sippic Ettore De Nardo, i due dirigenti Giovanni Federico e Antonio Albanese, in una vicenda in cui si ipotizzano il difetto di autorizzazione per emissione in atmosfera, scarico di acque reflue in mare, sforamenti di parametri consentiti dalla legge, falso. Inchiesta del pm Mario Di Iorio, affidata alla Guardia forestale, e nata da una denuncia del comune di Capri guidato dal sindaco Ciro Lembo: è stata la giunta municipale a chiedere un intervento della Procura, puntando l’indice contro le presunte disfunzioni del servizio reso dall’azienda e sui presunti disservizi e scarichi illegali. Una denuncia firmata dal penalista Claudio Botti, rappresentante legale della giunta caprese, che ha dato la stura alle indagini. Il sequestro arriva sette mesi dopo la lunga notte caprese. Agosto 2009, un blackout di diverse ore, le immagini della «piazzetta» vestita a lutto fanno il giro di notiziari e siti Internet. Ma fu solo una delle facce del buio caprese targato 2009. Oltre al corto circuito, anche l’emergenza mare inquinato, scarichi abusivi, con tanto di sversamenti illegali a due bracciate dalla grotta azzurra. Estate amara, da dimenticare, mentre ai piani alti della Procura di Napoli il fascicolo Capri si è via via arricchito. Al di là della denuncia del primo cittadino, anche decine di sopralluoghi delle forze di pg, che hanno via via ricostruito il funzionamento del colosso di Marina Grande, proprio a partire dalle presunte emissioni nocive. Soddisfazione per la mossa del gip da parte del sindaco Ciro Lembo che spiega: «È un provvedimento che va nella direzione inaugurata da noi nel 2007. Ora l’ obiettivo è realizzare il progetto Terna, con il collegamento sottomarino delle tre isole del golfo e la terraferma». Ma l’attenzione resta ora fissa sui 60 giorni per riportare l’impianto a norma. Un periodo cruciale per l’isola, anche alla luce delle prossime scadenze primaverili, tra Pasqua a ponti di maggio, per tastare il polso alla prossima stagione estiva.

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