Pressing su Chiaiano, ma esplode la rivolta

Più di mille in corteo dal metrò per dire no alla discarica in piazza anche i disoccupati tensione per il lancio di petardi
30 aprile 2008 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Rifiuti e proteste, ma anche polemica politica e scaricabarile. Napoli è di nuovo sull’orlo dell’emergenza immondizia con il commissario Gianni De Gennaro in pressing per l’apertura della discarica di Chiaiano. Ma proprio dal quartiere collinare arrivano proteste. In piazza si sono rivisti i signori del no, questa volta non c’è l’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, ma l’asse bipartisan composto da pezzettini del Pdl (i consiglieri comunali Raffaele Ambrosino e Marco Nonno e quello regionale Pietro Diodato) e del Pd (Carlo Migliaccio e Francesco Moxedano). Sono stati loro a organizzare una marcia partita dalla stazione del metrò di Chiaiano alla quale hanno partecipato anche i cittadini del vicino comune di Marano. Hanno chiesto le dimisisoni di De Gennaro, del sindaco Iervolino e del presidente della Regione Antonio Bassolino. Striscioni, slogan, cori hanno accompagnato la marcia di molte persone, secondo gli organizzatori almeno un migliaio. A sfilare sono stati abitanti del quartiere e del comune alle porte di Napoli, oltre a rappresentanti del mondo delle associazioni e di alcune sigle di disoccupati. Non sono mancati momenti di tensione, soprattutto nella fase iniziale, provocati da un piccolo gruppo di facinorosi che ha fatto esplodere botti e acceso fumogeni. Giornalisti e operatori dell’emittente televisiva «Canale 21» hanno inoltre trovato infranto, al termine della manifestazione, il lunotto posteriore della vettura di servizio. Il commissario De Gennaro, che fra 10 giorni lascerà l’incarico, non esita però a rilanciare l’allarme e si appella a Comune e Provincia: «Il commissario - si legge in una nota - ha espresso le proprie preoccupazioni in merito all’ulteriore gestione dell’emergenza in assenza di una sollecita operatività dei nuovi impianti di discarica ed ha espresso l’auspicio che le competenti autorità della Provincia e del Comune di Napoli sostengano l’attivazione, nei tempi più rapidi, di un impianto in località Chiaiano, perché possa rendersi al più presto esecutivo il progetto già elaborato dai tecnici del commissariato». Il Comune con la Iervolino già si è espresso: «I napoletani devono fare sacrifici» disse il sindaco appena la settimana scorsa dando il via libera a Chiaiano. Evidentemente però non basta ancora, il commissario vorrebbe una richiesta formale di intervento da parte di Palazzo San Giacomo. Che però nessuno è intenzionato a fare perché - secondo il ragionamento che si fa in Comune - tutte le discariche sono state aperte dal commissariato perché quella di Chiaiano dovrebbe avere il via libera dall’amministrazione? Scaramucce politiche destinate a risolversi con il buon senso del sindaco e di De Gennaro che in queste ore sono in strettissimo contatto. La questione Napoli sta già coinvolgendo il nascente governo Berlusconi. Da Roma trapela che se il leader del Pdl si insedierà prima del 10 maggio (quando scadrà il mandato di De Gennaro) potrebbe chiedere all’ex superpoliziotto di restare al suo posto per qualche giorno ancora, il tempo di sbloccare Chiaiano. Il sito dovrà essere pronto per luglio è capace di contenere fino a un milione di tonnellate di rifiuti, due anni di produzione della città. Il tempo per costruire i termovalorizzatori e il resto degli impianti per il ciclo integrato dei rifiuti. Non è finita qui, perché c’è un pericolo ancora più imminente: «Napoli potrà reggere al massimo altre 72 ore» sentenzia l’assessore ai Rifiuti Gennaro Mola. Perché tanta preoccupazione? Con la chiusura del sito di Ferrandella e quello di Marano lo smaltimento inevitabilmente rallenterà e tornerà l’incubo rifiuti.

 

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