Maddaloni Lo stop degli enti locali ha solo valore «consultivo»

Turbogas, sull'impianto decide il ministero

L'impianto nella lista dei siti strategici nazionali anti blackout
23 marzo 2010
Fonte: Il Mattino Caserta

MADDALONI. Alla fine, hanno ragione il ministero per le Attività Produttive e Enel Produzione. Sarà pure un impianto vetusto e bisognoso di ammodernamento, ma la Turbogas di Maddaloni, insieme ad altri sei impianti nazionali, è ancora un'installazione strategica inserita nel «Piano Scarioni» (produzione di energia elettrica di riserva contro le emergenze). Quindi l'ampliamento-ammodernamento si può fare. Funziona a singhiozzo, oggi poco più di 200 ore all'anno (richiesta proporzionale ai picchi di consumo), ma è pur sempre indispensabile per scongiurare i blackout estivi. Tanto premesso, non essendo venuta meno l'importanza strategica, l'impianto (oggi alimentato dal vicino metanodotto), dovrà essere necessariamente ammodernato secondo le norme Ippc. E in ossequio a un interesse nazionale superiore l'impianto ammodernato può essere ampliato. Al cospetto di un simile scenario strategico vacilla la clamorosa posizione unitaria del Comune di Maddaloni, della Regione Campania e la Provincia di Caserta che hanno espresso parere negativo al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia). La procedura, formalmente avviata presso il ministero dell'Ambiente, necessaria per mantenere in esercizio dell'impianto di Maddaloni, non cancella l'interesse energetico nazionale. In cifre, l'attuale «capacità produttiva di riserva (erogata da quattro gruppi di 88 megawatt riconvertiti da olio combustibile a metano) è erogata per 200 ore all'anno dovrebbe aumentare a 500 ore annue». In contemporanea, verrebbero ammodernati gli impianti secondo i criteri Bat per l'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per la prevenzione e il controllo dell'inquinamento. Tecnicamente, si tratta dell'adeguamento alle severe normative di idoneità tecnica (contenute le decreto legislativo 18 febbraio 2005). E in più, Enel Produzione recepirebbe tutte le direttive comunitarie in materia di prevenzione e riduzione integrale dell'inquinamento (Ippc). Eppure, dopo 30 anni di polemiche di scontri, tra Enel produzione e territorio non c'è dialogo. Le obiezioni comunali, le ultime firmate dall'ex-assessore all'ambiente Salvatore Liccardo, l' «Aia per la Turbogas non prevede affatto l'adeguamento del vecchio impianto. Anche perché in sede ministeriale è stato ufficialmente riconosciuto che l'adeguamento dell'impianto attuale alle nuove normative è antieconomico». Da qui, la scelta obbligata del potenziamento. La vertenza ufficiale (messa su da Comune, Provincia e Regione) è tutta basata su una rivendicazione strettamente territoriale: «Nel mutato panorama energetico regionale, sarebbe incomprensibile elevare al rango di impianto di punta per la sicurezza del sistema elettrico nazionale un impianto vetusto dopo la sopraggiunta centrale di Sparanise, la costruzione del termovalorizzatore e l'attivazione dell'elettrodotto Matera-Santa Sofia». E poi è in piedi anche l'obiezione burocratico-amministrativa: «L'impatto ambientale della nuova Turbogas non sarebbe compatibile con il Piano della qualità dell'aria». E poi c'è chi, come gli ambientalisti, parla di «problemi di emissione di particolato sottile (Pm10, filtrabile e condensabile)».

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