Chiaiano, Giugliano e Villaricca: quelle cave non possono essere utilizzate

«Il riempimento delle cave di Villaricca e Giugliano è garanzia di inquinamento per le acque sotterranee»
7 aprile 2008 - Prof. Franco Ortolani (Ordinario di Geologia Università di Napoli Federico II)

Lo scandalo rifiuti tra ordinanze “strane”, incompetenze e volontà di non risolvere la crisi si aggrava sempre di più. Siamo alle solite: l’immondizia si sta pericolosamente accumulando di nuovo nelle vie cittadine mentre si avvicina la stagione calda. Si aggrava la crisi per cui per togliere l’immondizia dalle strade, dopo anni e mesi di colpevole inerzia, di provocazioni consistenti nella individuazione di siti non idonei (mentre ve ne sono centinaia geologicamente idonei, come è stato più volte evidenziato), il Commissariato Straordinario, come si apprende dai mass media, è all’affannosa ricerca di cave dismesse da riempire. Abbiamo più volte segnalato, come ad esempio il 26 luglio 2007 nell’audizione avuta presso la Commissione Bicamerale d’indagine sul ciclo dei rifiuti, che la quasi totalità delle cave della Campania sono state ubicate in ammassi rocciosi permeabili (calcare, tufo, ghiaia) che nel sottosuolo ospitano le falde idriche che alimentano vari usi (potabile, industriale, agricolo). Inoltre molte cave sono state scavate a fossa come quelle che si trovano ai margini della pianura campana tra Pozzuoli, Giugliano, Villaricca, Chiaiano, la zona vesuviana, il nolano e il casertano (es. Lo Uttaro). Applicando gli interventi prescritti dalla vigente legge non è possibile garantire l’impermeabilizzazione alla base dei rifiuti per un periodo superiore a 20 anni. Il loro riempimento con materiale inquinante rappresenta una garanzia di inquinamento per le acque sotterranee che transitano al di sotto della Pianura Campana valutabili in circa 600 milioni di mc l’anno, equivalenti al volume idrico contenuto in circa 6 grandi bacini artificiali. E non si dica che lo stoccaggio sarebbe temporaneo quando tutti sanno che l’unica discarica attiva della Campania (Macchia Soprana di Serre) fra qualche mese sarà esaurita e nessun altro sito è attualmente predisposto per la sua sostituzione.
Gli eventuali rifiuti accumulati nelle cave vi rimarrebbero come già accaduto per vari “panettoni” d’immondizia disseminati in varie parti della regione in occasione delle ennesime crisi degli scorsi anni. Ai cittadini si devono chiarire i problemi che deriverebbero da azioni inadeguate attuate con poteri normali o straordinari da rappresentanti delle Istituzioni. L’uso delle cave come discariche (tranne quelle poche e piccole ubicate in rocce argillose), determinerà l’inquinamento delle acque sotterrane; così come quelle realizzate poco a monte dei prelievi idrici per l’irrigazione della Piana del Sele (Basso dell’Olmo e Macchia Soprana) provocheranno inevitabilmente l’inquinamento delle sottostanti acque fluviali se non si realizzano subito adeguati interventi di protezione come era già stato proposto due anni fa dal Comune di Campagna e dai due consorzi di bonifica che distribuiscono l’acqua nella pianura.
Nel prossimo futuro, proprio quando l’accentuazione della variazione climatica provocherà una diminuzione delle risorse idriche, per cui si dovrà fare sempre più ricorso all’uso delle acque sotterranee, i cittadini della Campania erediteranno falde in gran parte inutilizzabili perché inquinate dai rifiuti.
Alcuni mesi fa un assessore regionale ha commesso una grave leggerezza quando ha disinvoltamente proposto l’uso delle cave abbandonate e dismesse per risolvere l’emergenza rifiuti. Non gli può sfuggire che l’accumulo di rifiuti inquinanti nelle cave ubicate su rocce permeabili è molto diverso dal riempimento con il fango inerte franato dai versanti del sarnese.
I cittadini devono riflettere sul fatto che le soluzioni per uscire definitivamente dallo scandalo-emergenza rifiuti sono state più volte proposte dalle Assise di Palazzo Marigliano e che i mandanti (i Presidenti del Consiglio dei Ministri) dei commissari straordinari non hanno mai voluto chiudere la crisi che rappresenta ancora una facile via per mobilitare ingenti somme di denaro alimentate dalle tasse pagate dai cittadini. Il problema rimane sempre più grave per la Campania che continua a subire un “governo” del problema inadeguato a tutelare i cittadini e le risorse ambientali e naturali di grande rilevanza per l’assetto socio-economico regionale. E’ inutile ripetere che i poteri ordinari e straordinari possono essere affidati solo a persone di eccezionali capacità di governo che sappiano avvalersi di uno staff costituito da professionisti di grandi qualità e trasparenza che abbiano una approfondita conoscenza del territorio e dei problemi da risolvere. I Consiglieri Regionali e i componenti della Giunta devono rispettare quanto prescritto dallo statuto della Regione Campania, Titolo II, Articolo 4, secondo il quale la Regione Campania “assicura in concorso con le altre Regioni la rilevazione, il controllo e la migliore utilizzazione delle risorse idriche, per l’irrigazione e per tutti gli altri usi civili”. I cittadini non sopporterebbero altre distrazioni da parte dei loro rappresentanti regionali assistendo ad un eventuale ulteriore massacro delle risorse ambientali e naturali.

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