In giunta regionale la bonifica del sito dove sono stoccate 21 tonnellate di materiale

Lo Uttaro, oggi la decisione sui fondi

Le fasi dell'intervento vanno dai carotaggi alla rimozione dei depositi
23 marzo 2010 - Daniela Volpecina
Fonte: Il Mattino Caserta

Lo Uttaro Bonifica del sito Lo Uttaro, il caso questa mattina al vaglio della Regione. La giunta campana dovrebbe infatti approvare nella seduta di oggi la delibera che regolamenta l'iter amministrativo e assegna le risorse economiche necessarie per risanare un'area di circa 220mila metri quadrati al confine tra Caserta, San Nicola La Strada e San Marco Evangelista. Cinquantacinque milioni di euro di fondi Por, questo l'importo complessivo per il settore ambiente dal quale Comune e Arpac potranno attingere i finanziamenti necessari al piano di caratterizzazione. Conto alla rovescia Al via ufficiale dei lavori manca soltanto la stipula del protocollo di intesa tra Regione e Comune in programma la prossima settimana. «Si tratta di un documento - spiega l'assessore comunale all'Ambiente, Maria Laura Mastellone - che, oltre a definire le varie fasi del processo di bonifica, stabilisce i compiti di ciascun ente. Il Comune, dal canto suo, svolgerà principalmente un ruolo di supervisione e supporto ma potrebbe anche indire le gare di appalto nel caso in cui l'Arcadis, la società in house incaricata dalla Regione, non fosse in grado di farlo». E in riferimento alle risorse economiche aggiunge: «Non sappiamo quanto verrà sborsato dalla Regione per Lo Uttaro, tutto dipende dai risultati dei carotaggi. Le operazioni da porre in essere sul territorio saranno diverse infatti in relazione all'estensione e alla gravità della contaminazione ma anche al tipo di materiale che verrà rinvenuto. In tal caso la tecnica più adatta potrebbe essere quella del contenimento, vale a dire la realizzazione di apposite barriere in grado di impedire la migrazione dei contaminanti nel sottosuolo e quindi il contatto con le falde acquifere». Depositi pericolosi Bisogna ricordare infatti che in questa area giacciono rifiuti pericolosi depositati a partire dagli anni Ottanta (rifiuti industriali in primis) e che gli ultimi conferimenti, risalenti al 2008, rappresentano soltanto la punta di un iceberg che, si teme, possa aver raggiunto i trenta metri di profondità inquinando la falda acquifera. Da qui la necessità non soltanto di risanare l'area ma anche la falda per scongiurare che il percolato dei rifiuti giunga al mare. Il piano di caratterizzazione dei suoli e delle acque, pronto da mesi, ha ottenuto intanto l'approvazione del ministero dell'Ambiente. «Ciò significa - ha precisato l'assessore Mastellone - che una volta incassato l'ok della giunta regionale e naturalmente sottoscritto il protocollo di intesa, le operazioni di scavo e trivellazione, necessarie per prelevare campioni da analizzare, potranno iniziare immediatamente». La rimozione La rimozione dei rifiuti ammassati, a partire dal 2006, nel cosiddetto «panettone» spetterà invece all'Unità operativa di gestione dei flussi (ex Commissariato di Governo per l'emergenza rifiuti) in funzione sino al 31 dicembre. A loro toccherà spostare le circa 21mila tonnellate di rifiuti solidi urbani presenti nel sito di stoccaggio per trasferirle nella discarica di Marruzzella o in alternativa nell'impianto di tritovagliatura (l'ex Cdr) di Santa Maria Capua Vetere. L'operazione costerà circa due milioni di euro. «Solo dopo lo svuotamento del sito - conclude l'assessore Mastellone - potremo procedere con la bonifica vera e propria che invece è a carico della Regione». Le analisi su tutta l'area lo Uttaro verranno condotte dall'Arpac mentre le operazioni di risanamento verranno affidate, mediante gara di appalto, ad una società esterna.

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