Frana, strategie contro l'emergenza
Montaguto. Si cominciano ad avvertire gli effetti del recente vertice romano con il sottosegretario Bertolaso. Saranno utilizzati anche mezzi delle Ferrovie per rimuovere il terreno argilloso ai piedi della frana. Anzi, sembra scontato che dall'incontro operativo che si terrà domani a Napoli tra il commissario Mario De Biase con Anas e Ferrovie dello Stato debba emergere la strategia di puntare subito sui due più importanti obiettivi: mettere in sicurezza la rete ferroviaria in modo da ripristinare i collegamenti tra Benevento e Foggia e liberare contemporaneamente la bretella sulla SS 90 delle Puglie. Praticamente si punta ad agire su due fronti. Sul primo saranno più direttamente operativi i mezzi speciali delle Ferrovie, sul secondo quelli dell'impresa già presente nell'area della frana. Per l'ente ferroviario, infatti, il permanere di questa situazione, oltre a comportare disagi ai passeggeri, provoca un danno economico quantificato finora in oltre 700 mila euro. Sono diminuiti gli introiti, sono lievitati i costi per l'utilizzo di servizi sostitutivi e la gestione straordinaria del personale, per l'assistenza ai passeggeri e l'attivazione del numero verde. Ma per il ritorno alla normalità c'è un ostacolo notevole da superare: 680 mila metri cubi di terreno argilloso che ha invaso campi coltivati, rete stradale e ferroviaria, con la minaccia di arrivare anche sul greto del fiume Cervaro. Per stoccare questa massa di argilla i siti individuati sono insufficienti. 100 mila metri cubi sono destinati a occupare l'area requisita a Tre Confini, mentre altri 200 mila metri cubi finiranno sull'area già messa a disposizione delle Ferrovie. Per i restanti 380 mila metri cubi l'ente ferroviario si è impegnato a indicare suoli di proprietà lungo la tratta per Benevento e Foggia. Nel frattempo, grazie anche alle migliorate condizioni meteorologiche, si assiste ad una riduzione della corsa della frana. Secondo indiscrezioni, si può riprendere anche il pompaggio dell'acqua dall'invaso formatosi a quota 800 metri. Questa operazione va fatta ad ogni modo. Attualmente il rischio di tracimazione del lago è scongiurato. I tecnici stimano che per raggiungere il livello di guardia, l'acqua dovrebbe salire di oltre due metri. C'è tutto il tempo, dunque, per risistemare le pompe e far defluire l'acqua in una condotta che porta al Cervaro. Ma perché si possa procedere anche in questa operazione è necessario un nuovo sopralluogo in elicottero dei vigili del fuoco e il parere favorevole della protezione civile. E' evidente che senza ulteriori precipitazioni sarà più agevole il recupero delle tubazioni spazzate via dall'ultimo movimento franoso. Per il sindaco di Greci, Bartolomeo Zoccano, non bisogna commettere l'errore dello scorso anno di avviare i lavori di pompaggio del lago in autunno inoltrato. «Da come ribadisce il commissario De Biase - spiega Zoccano - non ci sono problemi di risorse. Una ragione di più per fare presto e bene il lavoro avviato». A Montaguto e comuni limitrofi, intanto, si va intensificando la propaganda di diversi giovani non tanto per far votare questo o quel candidato alle prossime Regionali, ma per far disertare le urne. Un segnale di malessere e d'insoddisfazione per le promesse non mantenute. Da oltre quattro anni si susseguono promesse di interventi risolutivi. In realtà non si sa ancora quale sia il progetto definitivo per far uscire la Valle del Cervaro dall'attuale stato di isolamento. Tutto questo mentre diverse attività produttive sono costrette a chiudere o a sospendere i loro normali ritmi di lavoro, con gravissimo danno per l’economia dei luoghi. E, anche in questo senso, gli operatori di settore hanno spesso fatto sentire la loro voce di protesta e il loro grido d’allarme.