Ischia, biodepuratori per salvare il mare

Il progetto dell'oasi marina Regno di Nettuno finanziato con 700mila euro
18 marzo 2010 - Ciro Cenatiempo
Fonte: Il Mattino

Ischia. Mare pulito, senza veleni. Tra le calette, le baie, le spiagge e lungo le falesie delle isole di Ischia e Procida, che coincidono in gran parte con l'area marina protetta del Regno di Nettuno, è possibile scongiurare il ritorno degli untori, degli scarichi fuorilegge, degli scandali mediatici che hanno inquinato - da tutti i punti di vista - le ultime stagioni balneari. C'è una rotta innovativa e con pochissimi precedenti, sulla quale intendono navigare gli enti locali, le istituzioni territoriali, le imprese e gli studiosi. A tracciarla, è il progetto operativo per l'installazione di sette depuratori biologici e naturali di ultima generazione, dal costo di settecentomila euro, che saranno attrezzati nei punti strategici delle isole flegree a ridosso delle zone più sensibili, e finanziati dalla Provincia. A dare l'annuncio, Albino Ambrosio, presidente del consorzio di gestione dell'oasi tutelata, di cui fanno parte i sette comuni isolani, al termine di un vertice con il presidente della Provincia Luigi Cesaro. «Sono felice - sottolinea Ambrosio - di poter anticipare che il presidente della Provincia ha deciso di finanziare i nuovi sette depuratori di avanzata tecnologia, destinati al Regno di Nettuno, che verranno collocati al termine delle condotte sottomarine attualmente in funzione e che oggi sversano direttamente nel nostro mare». Dall'istmo di Sant'Angelo alla grande darsena dei Maronti; dai porti di Forio e Lacco Ameno, fino a Casamicciola; e dalla spiaggia della Mandra, di fronte al Castello Aragonese, all'isola di Arturo, la mappa della balneabilità cambierà completamente. In positivo. Si potrà finalmente dire addio - questa la prospettiva nell'immediato futuro - alle tabelle di rischio, ai dati allarmanti, ai balletti dei calcoli sui coliformi fecali che angustiano villeggianti e operatori. Una sfida, una scommessa, una speranza. «Si tratta di strutture di modernissima concezione e di comprovata efficacia - ricorda Albino Ambrosio - realizzate su brevetto del Cnr. Questi impianti, di fatto, proiettano su un piedistallo le isole d'Ischia e Procida, finalmente all'avanguardia nell'ambito della depurazione biologica nel Mediterraneo. Ciò alimenta un'immagine completamente diversa da quella del tutto negativa che la stampa nazionale ha evidenziato nella scorsa stagione estiva. È con grande soddisfazione - conclude il presidente Ambrosio - che voglio anche mettere in rilievo come, con le amministrazioni, hanno positivamente interagito le forze economiche locali, facendo sistema, al fine di raggiungere un obiettivo comune, di interesse generale, sulla importanza del quale non ci sono dubbi». Due protocolli scientifici e complementari, caratterizzano questi sistemi di depurazione denominati Muds e Recam. Di cosa si tratta? Il Muds, ovvero Marine underwater depuration system, è ideale per gli scarichi comunali. Il Recam, che è un rivoluzionario metodo a carbone nanostrutturato di origine militare russa, il Reactive carbon material, appunto, permette il trattamento di scarichi pretrattati o chiarificati senza alcun apporto energetico, con alti rendimenti, ed è tra le tecniche approvate per il bacino del Sarno. Sono depuratori che hanno il pregio dei costi piuttosto bassi, oltre a una elevata compatibilità con il contesto paesaggistico. Per Ischia e Procida si tratterebbe di una svolta pressoché epocale, targata Regno di Nettuno, l'oasi istituita il 27 dicembre del 2007, con una estensione di 11.260 ettari, una popolazione residente stabilmente di oltre settantacinquemila abitanti - in estate si decuplicano - e amministrata dal consorzio pubblico formato dai comuni delle due isole, come si è detto, cui il ministero dell'Ambiente ha concesso la gestione.

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