Via all’operazione decreto «Così si bloccano i costi»
Dietro la nascita della nuova azienda per lo spazzamento e il decoro di Napoli c’è un braccio di ferro con la Provincia. Il timore di Palazzo San Giacomo - nemmeno tanto celato - è che con il passaggio di consegne all’ente presieduto da Luigi Cesaro della gestione rifiuti, i costi dello smaltimento chiesti al Comune possano lievitare. Di qui la delibera che fissa il prezzo dello smaltimento stesso - 144 milioni - e quello dello spazzamento, 25 milioni più il 15 per cento del gettito Tarsu che è di 170 milioni. Una tabella che secondo il Comune avrebbe dovuto già fare la Provincia e che invece non ha fatto ancora. Nella sostanza visto che la legge impone la copertura del servizio di smaltimento al cento per cento con la Tarsu, una discrasia, una diversità di vedute sui costi potrebbe tradursi in un aumento della gabella stessa. Il sindaco Rosa Russo Iervolino così ha voluto chiarire qual è il trend dei prezzi degli ultimi anni certificato - paradossalmente - dallo Stato. È stato il Commissariato prima e il sottosegretariato poi a effettuare lo smaltimento e quindi a determinare i prezzi. In questo modo nel 2011, anno in cui scadrà il suo mandato, la Iervolino non vuole ritrovarsi con eventuali accuse di avere lei in qualche modo indotto eventuali aumenti. La partita è tutta da giocare perché fino a gennaio prossimo tutto può accadere anche in Parlamento ma la scontro sulla gestione dei rifiuti e su chi dovrà incassare la Tarsu non è assolutamente chiuso. «Si evidenzia che il riassetto del sistema rifiuti - si legge nella delibera - ha ricollocato molte delle funzioni precedentemente attribuite ai Comuni a favore delle Province». E ancora a proposito della costituzione della nuova società si legge: «Garantire che la gestione del ciclo dei rifiuti, pur se in carenza delle necessarie comunicazioni degli altri soggetti oggi istituzionalemente coinvolti nella gestione del servizio, non comporti alcun ulteriore aggravio del prelievo fiscale sui cittadini».