È emergenza sanitaria nell’Agro 650 tonnellate in strada ad Aversa
"Tuteliamo la salute"
Aversa. Come un flashback. La conferenza dei sindaci dell’agro aversano, riunitasi ieri nell’aula consiliare del Comune di Aversa, per cercare una soluzione a una nuova fase dell’emergenza rifiuti, ha riportato alla memoria il dramma, già vissuto nel 2007, con i cumuli di sacchetti che lambivano i primi piani dei palazzi. Ieri come oggi, i diciannove sindaci dell’Agro, convocati dal primo cittadino di Aversa Domenico Ciaramella, hanno cercato una linea unitaria per rispondere all’emergenza (nessun documento ufficiale è stato stilato). Nove hanno risposto all’appello: Lusciano (Fattore), Carinaro (Masi), Frignano (Santarpia), San Marcellino (Carbone), Gricignano (Lettieri), Cesa (De Angelis), Parete (Verrengia), Succivo (Papa), Casapesenna. La crisi oggi ha una motivazione prevalentemente economica perché, come ha spiegato il sindaco Ciaramella, «i dipendenti del Consorzio unico protestano per ricevere gli stipendi arretrati e perché vogliono difendere il loro posto di lavoro, contro gli esuberi annunciati». Una protesta forte quella dei dipendenti: da otto giorni non si raccoglie e non si smaltisce nulla. I risultati sono drammatici: nella sola città di Aversa sono quasi 700 le tonnellate di rifiuti per strada. Ciaramella, che ha chiesto l’intervento del governo centrale (ha scritto una missiva al ministro dell’Interno Roberto Maroni e al presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti Gaetano Pecorella), ha formulato una precisa proposta. «La mancanza di liquidità del consorzio - ha sottolineato - dipende da quei comuni che non pagano il canone dovuto. Esprimo tutta la mia solidarietà ai dipendenti che protestano; ma devo tutelare i miei concittadini dai possibili rischi di un’emergenza sanitaria: chiedo, quindi, che quei comuni in regola con i pagamenti, come Aversa, abbiano la possibilità di bypassare il blocco delle discariche». Ciaramella annuncia anche azioni legali nei confronti del consorzio. «C’è un contratto - dice - che prevede la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Il consorzio non onora questo contratto. Ho già fatto una diffida; denuncerò il consorzio per il reato di interruzione di pubblico servizio». La proposta di Ciaramella non è stata condivisa dai sindaci presenti in aula. Così Vincenzo De Angelis, fascia tricolore di Cesa. «Inutile - dice - diffidare il consorzio. I sindaci morosi hanno precise responsabilità e devono onorare gli impegni presi con il consorzio». La necessità che i comuni versino le quote per consentire al consorzio di fare cassa è stata sottolineata anche dal sindaco di Carinaro. «Qualche altro giorno senza raccolta dei rifiuti - ha detto Masi - e ci sarà una rivolta della popolazione. Si esce da questa situazione solo con il pagamento dei canoni arretrati». Ma quello economico è solo il più cogente dei problemi, «perché - ha sottolineato il sindaco di Succivo, Papa - c’è stata negli anni una dissennata gestione del consorzio che chiama in causa la responsabilità di tutti». La protesta dei lavoratori continuerà ad oltranza. «Bruceremo le schede elettorali - ha detto Giulio Testore, segretario provinciale della Fiadel - Non ci muoveremo dai blocchi, finché non avremo certezze sul nostro futuro». E ha snocciolato l’elenco dei Comuni con i debiti più cospicui: San Cipriano, San Marcellino, Villa Di Briano, Casal di Principe, Casapesenna quelli con debiti complessivi che superano gli undici milioni di euro.