Proteste e barricate, nuovo stop alla raccolta

Lavoratori senza stipendio, bloccati impianti e discariche. A Napoli fermo il servizio di rimozione.
17 marzo 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Dicembre 2009, il governo dichiara la fine dell'emergenza rifiuti. Marzo 2010, le strade della Campania traboccano nuovamente di spazzatura. E tornano i roghi dei cassonetti: ieri sono stati bruciati anche quelli all'angolo tra via Toledo e via Santa Brigida, nel cuore della città. Nelle strade si sono accumulate circa 400 tonnellate di rifiuti, altre 200 sono negli autocompattatori ai quali è stato impedito di scaricare. Questa volta, però, la crisi non è provocata dalla mancanza di siti di smaltimento, ma dalle proteste dei lavoratori della Enerambiente, la società che gestisce la raccolta in alcune zone della città, e dei consorzi di bacino, che questo mese non hanno ancora ricevuto lo stipendio. A Castellammare alcuni dipendenti della Cosmarina 4 sono saliti sul tetto della struttura che ospita il consorzio minacciando di lanciarsi nel vuoto. È anche stato danneggiato il capannone. In serata si è svolta una riunione presso la Prefettura, «nel corso della quale è stato messo a punto - fa sapere la protezione civile - un percorso finalizzato ad assicurare nel più breve tempo possibile il pagamento delle retribuzioni maturate dagli operatori del settore dei rifiuti». Ma dall’incontro non sono arrivate le assicurazioni che i lavoratori aspettavano e in tarda serata è stata bloccata anche la discarica di Terzigno, dove dovevano essere portati i rifiuti di Napoli. «Non avevamo alternative», sostiene il portavoce del cartello degli autonomi, Vincenzo Guidotti. Le proteste A Napoli a bloccare la raccolta sono stati i dipendenti di Enerambiente che gestisce il servizio nel centro e al Vomero-Arenella e la differenziata ai Colli Aminei. Nel casertano, invece, è risultata decisiva la rabbia dei 2168 dipendenti dei consorzi di bacino che hanno bloccato la discarica di San Tammaro e gli impianti di lavorazione dell'immondizia di Santa Maria Capua Vetere e Tufino. E i sindacati, gli autonomi del sindacato azzurro, ma anche i confederali e la Fiadel non intendono mollare fino a quando non arriveranno gli stipendi. Il caso Napoli In città la tensione affonda le radici nella impossibilità, per il momento, di appaltare la raccolta nelle zone affidate alle società private. Il servizio è stato affidato negli anni scorsi alla Enerambiente. A maggio 2009 l’Asìa ha pubblicato il capitolato per la nuova gara. A luglio sono state presentate le buste e a settembre è partita la verifica sulla validità delle offerte. E si è scoperto che per tutti e tre i lotti c'era una sola offerta valida. Tre i concorrenti in lizza: Enerambiente, Saba e Igica che essendo una società del comune di Caivano non avrebbe potuto comunque partecipare. La Saba a sua volta è gravata da interdittiva antimafia per cui una lunghissima lista di Comuni proprio in queste settimane è stata costretta a interrompere l'appalto. Lunedì l’Asìa, vista l'impossibilità di assegnare la gara ha deciso di prorogare il servizio a Enerambiente riducendone la portata. E la società non ha rinnovato il contratto a 110 lavoratori interinali che hanno bloccato la raccolta. In giornata, però, c'è stata una schiarita: Enerambiente ha garantito che i dipendenti a tempo saranno utilizzati per sostituire i dipendenti che andranno in ferie nel periodo estivo. Tutto a posto, dunque? No, perché nel frattempo i lavoratori del consorzio di bacino hanno bloccato gli impianti di Tufino e di Terzigno. L'appello Per garantire che i rifiuti raccolti possano essere sversati l’assessore Paolo Giacomelli ha scritto al prefetto chiedendo che gli impianti e le strade siano presidiati in modo che i camion possono arrivare ai siti e liberarsi della spazzatura. «Non è pensabile che i blocchi continuino – dice Giacomelli - se c'è un'interruzione del pubblico servizio bisogna intervenire. Non è possibile che dopo la fine dell'emergenza si torni ad essere ostaggi di azioni esasperate di lotta».

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