Montaguto

Frana, è corsa contro il tempo

Le ruspe non riescono più a fermare l'ampio fronte che minaccia la ferrovia
16 marzo 2010 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

Frana di Montaguto Montaguto. Le ruspe riescono a eliminare ogni giorno solo tre metri del fronte della frana. E' una corsa contro il tempo per evitare che il fango, che in qualche tratto segna sei metri di altezza, possa investire direttamente la massicciata e i binari, sui quali è stato steso un lungo telo bianco. Per poter lavorare con minori rischi le Ferrovie dello Stato stanno smontando, inoltre, la linea aerea e si accingerebbero a smontare anche un tratto di binari. Un brutto segnale, davvero. E' la conferma della difficoltà a capire e gestire l'evoluzione di questa frana, che, di tanto in tanto, cambia finanche direzione. Il commissario per l'emergenza frana, Mario De Biase, non manca di parlare apertamente di "fatica di Sisifo". «Spesso la mattina - dice - troviamo di più di quello che abbiamo tolto il giorno prima. Per fortuna, però, le acque superficiali sono tutte sotto controllo e non ci arrivano minacce dal laghetto sovrastante. Un aiuto può venirci dal bel tempo». Le Ferrovie dello Stato, tuttavia, non mancano di sentirsi danneggiate da questa situazione e continuano a invocare interventi più concreti da parte della Protezione Civile e del Commissario per l'emergenza frana. Hanno, tra l'altro, indirizzato una lettera al commissario (e per conoscenza ai sindaci del comprensorio) proprio per "spuntare" una data da cui ripartire per ripristinare i collegamenti sulla tratta Benevento-Foggia . «Tuttavia al momento - ribadisce a chiare lettere il commissario De Biase - non ci sono certezze sul contenimento del terreno argilloso che scende a valle. Ma non solo. Bisogna seriamente ripensare il tipo di intervento da portare avanti, per evitare altro spreco di risorse». Le Ferrovie dello Stato, in realtà, si spingono anche oltre e in un comunicato che appare sul proprio sito web fanno presente che allorquando nel 2006 la Presidenza del Consiglio dei Ministri nominò il commissario per l'emergenza frana, a quest'ultimo fu affidato il compito di "definire di intesa con Anas e Rfi un apposito piano di interventi finalizzato al ripristino della viabilità sulla SS 90 delle Puglie e all'eventuale individuazione di un tracciato alternativo della tratta ferroviaria Napoli-Foggia interessato dalla frana o di altre soluzioni sostenibili, individuando le occorrenti risorse finanziarie di porre a carico dei predetti Enti". Sanno tutti bene, però, che al di là della costruzione di una bretella, ugualmente rimasta sommersa dalla frana, non c'è stata alcuna vera intenzione di spostare, seppure di poche decine di metri, la linea ferroviaria. Oggi si paga il prezzo di un'omissione abbastanza grave. L'isolamento nel quale è finito un intero territorio sta comportando danni irreparabili agli operatori economici, a pendolari, a pazienti diretti ai nosocomi pugliesi, studenti che fanno riferimento agli istituti scolastici di Ariano. Savignano Scalo è un deserto. Alcuni bar ed esercizi commerciali rinunciano ad aprire. La richiesta dei sindaci del territorio per riduzioni fiscali o ristoro per i danni subiti sembra non appassionare alcuno. Da queste parti la campagna elettorale sembra non essere stata mai aperta. Non ci sono escursioni di candidati. Finanche i manifesti elettorali sono pochi. Antonio Membrino, un ambientalista che ha filmato sin dall'inizio l'evoluzione della frana, invita apertamente il commissario De Biase a non circondarsi di tecnici incapaci. Secondo la sua tesi, nessuno ha compreso realmente con quale tipo di frana si ha a che fare.

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