Smog, Napoli fuorlegge: superati i limiti
Anche quest’anno, con tempi da record, Napoli ha superato il limite di giorni d’inquinamento consentiti dalla legge. Ed è la prima città del Sud a inserirsi nella «black list» delle polveri sottili, dove finora erano rappresentate soltanto Piemonte (Torino è saldamente in testa alla classifica), Lombardia, Veneto, Toscana; punta estrema verso il Mezzogiorno è Frosinone, dove l’allarme veleni pare sia determinato dagli insediamenti industriali piuttosto che dal traffico. Ogni città d’Italia può concedersi 35 giorni di superamento del Pm10 in un anno. La nostra città da ieri ha raggiunto quota 36 con la centralina della stazione ferroviaria. Nel 2009 il limite fu superato il 28 febbraio: l’essere arrivati nella zona «fuorilegge» a metà marzo di quest’anno è già un risultato. Anche se per il 2010, ci sono sostanziali differenze rispetto al passato, nel conteggio dei giorni di sforamento delle polveri sottili nell’aria, che hanno leggermente cambiato le carte in tavola. Fino all’anno scorso, all’Arpa Campania bastava che una sola centralina avesse superato il limite, per segnalare quel giorno in nero e sottrarlo ai 35 giorni di smog consentiti dalla legge. Il computo attuale, invece, viene realizzato conteggiando i singoli sforamenti delle nove centraline, uno per uno, senza cumularli: così il primo sforamento è arrivato un po’ più tardi. La zona dove l’aria è ufficialmente irrespirabile è quella della Ferrovia. È sistemata lì la centralina che ha superato quota 35, anche se il posizionamento di quella struttura, vicina alla centrale termica delle Ferrovie dello Stato, viene contestato dal Comune: la centrale emetterebbe residui che potrebbero drogare i risultati dei rilevamenti, sostengono dall’assessorato all’Ambiente di palazzo San Giacomo. Che quella centralina sia stata nell’occhio del ciclone in questo scorcio di 2010 è sotto gli occhi di tutti: il 17 gennaio ha superato di quasi quattro volte il limite massimo consentito di pm10, il giorno successivo ha doppiato quel limite. Eppure non è alla Ferrovia che nei primi 74 giorni dell’anno si è registrato il dato d’inquinamento più allarmante. Per adesso il record spetta alla centralina di San Giovanni che il 17 gennaio ha registrato polveri sottili al livello di 264 microgrammi per metro quadrato, rispetto al massimo consentito di 50. Superato di cinque volte e mezzo il tetto della legge. Ma per leggere meglio questo specifico dato è necessaria un’altra spiegazione: il numero che viene comunicato ufficialmente dall’Arpac, è la media delle 24 ore. Ci sono sicuramente stati momenti (di notte, ad esempio) in cui non c’era nemmeno un granello di polvere sottile nell’aria, per contro, nelle ore di maggior intasamento quelle polveri possono aver superato anche di dieci, o quindici volte i limiti permessi. Di fronte al superamento dei 35 giorni consentiti dalla legge, il Comune di Napoli non intende prendere provvedimenti straordinari. Come leggete nell’intervista qui a sinistra, l’assessore all’ambiente Nasti ritiene sufficienti i blocchi programmati della mattina di mercoledì e venerdì per le auto inquinanti. C’è, poi, la lunga diatriba sulla necessità di blocco del traffico allargato anche ai comuni limitrofi. La giunta Regionale ha predisposto una legge in tal senso che, da un anno, aspetta il passaggio in consiglio regionale. Ora siamo in tempo d’elezioni ed è tutto fermo, ma quel provvedimento resta lì, potrebbe anche essere votato alla riunione d’insediamento del futuro consiglio regionale. Intanto Napoli continua a morire di smog e di traffico. Una ricerca presentata da Legambiente la scorsa settimana, ha dimostrato che nella nostra città trascorriamo in media 63 minuti al giorno bloccati nel traffico, e siamo al secondo posto in Italia in questa sgradevole classifica guidata dalla capitale con 74 minuti. La velocità media dei nostri spostamenti è di 21 chilometri all’ora, anche qui siamo al secondo posto dopo Palermo che viaggia a 20.