Frana inarrestabile, sale l'allarme
Montaguto. C’è un frenetico via vai di tecnici nell’area della frana. Anas, Autorità di Bacino, Ferrovie dello Stato, Protezione Civile, Vigili del Fuoco e ufficio tecnico di Montaguto seguono con preoccupazione l’evolversi del fenomeno, anche perchè si sono formati in più parti del corpo della frana impetuosi corsi d’acqua che hanno raggiunto il vecchio tracciato della statale 90 delle Puglie, creando non poche difficoltà ai mezzi utilizzati per trasportare il terreno nei siti provvisori di stoccaggio. Sono, comunque, soprattutto i tecnici delle Ferrovie dello Stato a interrogarsi continuamente sulla possibilità di ripristinare in tempi brevi i collegamenti sul tratto compreso tra Benevento e Foggia, da dove i passeggeri sono costretti a servirsi di mezzi alternativi. La montagna di fango che scende giù non invade ancora la rete ferrata unicamente perchè si lavora giorno e notte nei pressi della massicciata, dove è stato steso un lungo telo bianco, per raccogliere e respingere eventualmente il terreno argilloso che dovesse arrivare qui. Per il Direttore Generale dell’Autorità di Bacino della Puglia, ingegnere Antonio Rosario Di Santo, giunto ieri a Montaguto per un sopralluogo, «il fenomeno in atto è davvero pericoloso». «Lo stiamo ancora studiando - precisa - è presto per indicare una data per la ripresa dei collegamenti ferroviari. Impensabile, comunque, parlare di ripristino della viabilità sulla statale 90 delle Puglie». Non meno preoccupato è il commissario per l’emergenza frana, Mario De Biase, che ha sottolineato come in questa vicenda anche lo Stato ha perso parte della sua credibilità. Per le risorse ingenti utilizzate senza risultati concreti e per la mancanza di un piano serio per risolvere definitivamente l’emergenza. Dagli ambientalisti colpe specifiche anche al sottosegretario Bertolaso che già nel 2006, arrivando qui con un elicottero, promise interventi immediati e risolutivi. Che non si sono visti. Scomparsi, invece, una strada nazionale ed una bretella; e la stessa sorte potrebbe toccare anche la linea ferrovia. A subire, comunque, le maggiori conseguenze sono sicuramente i residenti e gli operatori economici del posto. «Faccio un appello al Governo centrale - afferma Oreste Ciasullo, presidente della Comunità Montana dell’Ufita - dopo quattro anni bisogna individuare una soluzione definitiva per Montaguto. Questo vuol dire che la gestione della frana deve passare in mano a persone che possono decidere subito. Le gente è esasperata. Ci sono ripetuti annunci di voler disertare le urne in occasione del voto per le Regionali. Ci sono esercizi commerciali e attività artigianali al collasso. Le amministrazioni locali hanno già fatto richiesta al Governo e alla Regione per accordare benefici fiscali a chi è in seria difficoltà. Ma al momento, complice anche la campagna elettorale, non mi pare che ci siano interlocutori disposti a sentire e accogliere queste richieste». In questo contesto di fatti negativi l’unica notizia positiva sembra essere quella della individuazione di un nuovo sito per lo stoccaggio del terreno argilloso. Un privato si è dichiarato disposto a cedere un’area situata a Tre Confini. Ma per quantità di terreno da accogliere e tempi di utilizzo ben definiti. Appare evidente che per invertire questo stato di cose occorrono soluzioni concrete e definitive, uscendo da uno stato d’emergenza che rischia di diventare cronico