Montaguto

Ferrovia, il rebus riapertura

La frana avanza e Trenitalia evidenzia le incertezze future
E arriva la troupe di "Striscia"
13 marzo 2010 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

Montaguto. Né le Ferrovie dello Stato, né il commissario per l'emergenza frana di Montaguto, Mario De Biase, sono in grado di annunciare la data per la ripresa dei collegamenti sulla linea ferroviaria Benevento-Foggia. Il tratto ferrato compreso tra Savignano e Montaguto confina praticamente con il piede della frana che avanza inesorabilmente dai tre ai cinque metri al giorno, accompagnato dal ruscellamento di acque sia alla sua destra che alla sua sinistra. Tutti gli interventi che si sanno mettendo in campo puntano esclusivamente ad impedire che i binari siano invasi dal fango. Per questo motivo - come si legge in un comunicato diffuso da Trenitalia - si sta provando a proteggere la massicciata e a realizzare opere che consentano l'accesso sui binari a mezzi speciali per la rimozione dei detriti. Il successo degli interventi è legato, ovviamente, anche al miglioramento delle condizioni meteorologiche. La pioggia è il vero alleato della frana. A subire disagi questa volta, dunque, non sono solo gli automobilisti e i residenti che non possono disporre né del vecchio tracciato della SS 90 delle Puglie, né della bretella , ma anche gli operatori economici che si servono del trasporto merci su rotaie e ovviamente i passeggeri che utilizzano la tratta Roma-Bari. Non a caso Trenitalia tiene a precisare che «gli aspetti negativi causati dal dissesto idrogeologico che dura da circa quattro anni interessa un territorio montuoso, non di pertinenza delle Ferrovie. Dispiace che ai disagi subiti dalla collettività, dovuti alle difficoltà di spostamento, si accompagni l'impossibilità di utilizzare le importanti arterie di collegamento. Parimenti le Ferrovie dello Stato risultano penalizzate, sotto l'aspetto organizzativo ed economico, per la gestione dei servizi sostitutivi con autobus e di riprogrammazione di circolazione ferroviaria per l'intero periodo dell'interruzione». Ma c'è di più. Nella stessa nota Trenitalia se la prende con quanti già da tempo avrebbero dovuto lavorare «per l'individuazione di un tracciato alternativo alla tratta ferroviaria Napoli-Foggia interessato dalla frana, o ad altre soluzioni sostenibili». E' quello che da tempo sostengono anche le amministrazioni locali e gli ambientalisti. Nessuno sembra, infatti, in grado di capire l'evoluzione di questo movimento franoso. Non manca, infatti, chi sostiene che lo sbocco naturale della frana è addirittura più a valle, sul greto del fiume Cervaro. Lo stesso commissario De Biase ha sostenuto che, in mancanza di certezze tecniche, intende rimettere tutto in discussione: i lavori da fare al piede della frana e a monte, dove non va sottovalutata la minaccia rappresentata da un lago formatosi a circa 800 metri di altezza. Finora sono state utilizzate ingenti risorse, ma con un risultato giudicato negativamente da tutti. A tutto ciò bisogna aggiungere un'altra preoccupazione: sono sature le aree per lo stoccaggio del terreno franato. Non basta più l'area messa a disposizione dal Comune, né quella situata nelle vicinanze della ferrovia. Il sindaco di Montaguto, Giuseppe Andreano, su pressione della Prefettura di Avellino, si è messo alla ricerca di una nuova area. «Ci sarebbe - spiega - un nuovo sito a località Tre Confini. I proprietari hanno manifestato una certa disponibilità. La trattativa va fatta però con la Protezione Civile. Se non dovesse andare in porto , non so proprio cosa potrà succedere di qui a qualche giorno. A meno che non si riesuma la proposta per portare il terreno a Difesa Grande». Ma da parte di chi ? Intanto anche la troupe di «Striscia la notizia» si è portata a Montaguto. Luca Abete, titolare del servizio, dopo aver constatato la drammaticità della situazione, si è detto rammaricato di essere giunto sul posto solo adesso.

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