Rifiuti, è il riciclo la strada per uscire dalla crisi
Riciclare per combattere la crisi. È questa l'idea di Teresa Poli, direttrice del centro di riciclo di Vedelago, in provincia di Treviso, intervenuta al convegno «Rifiuti. Problema o risorsa?», organizzato presso il Circolo della stampa. «Con il sistema di riciclo dei materiali - spiega la direttrice del centro - non esiste più la quota d'indifferenziato. Si rigenera fino al 100%. Questo perché anche lo scarto dei materiali è utilizzato per produrre granulato sintetico che mischiato alla sabbia di calcestruzzo viene usato per produrre mattoni o altri prodotti». Riciclare fa bene anche all'economia. In questo modo i cittadini guadagnano in salute e non solo. «Quando il Comune porta i materiali raccolti alla piattaforma di riciclo, guadagna. Le aziende risparmiano perché utilizzando materiali riciclati, spendono da un ottavo fino a un quattordicesimo in meno. In questo modo si aiuta l'economia». Diversa la posizione dell'assessore all'Ambiente della Provincia, Domenico Gambacorta secondo cui l'obiettivo rifiuti zero non è raggiungibile in tutte le realtà campane. «Sicuramente la raccolta differenziata è fondamentale ma in una situazione come questa - spiega l'assessore - non è possibile evitare il secondo termovalorizzatore in provincia di Salerno». Per la direttrice del centro di Vadelago «l'inceneritore non è una soluzione perché produce meno energia di quella che consuma. Inoltre il 32% delle scorie va comunque in discarica». Per Gambacorta la Campania è una realtà diversa dal Trevigiano. «Bisogna cominciare tutti insieme a ridurre la produzione di rifiuti, oggi quasi un chilo e mezzo per abitante al giorno - afferma l'assessore -. C'è un problema serio. A Treviso si pagano quasi trecento euro per ogni tonnellata, da depositare in discarica. In Campania si pagano solo ottantotto euro. Se costa poco mandare in discarica l'incentivo a fare la raccolta differenziata non c'è. In più si aggiunge un'assenza di impianti pubblici o privati». In Campania era giusto che fossero pubblici perché questi impianti non smaltivano sempre rifiuti urbani o assimilati. Anche dal Veneto ci hanno mandato rifiuti speciali che hanno inquinato i nostri terreni. Nessuno può dare lezioni da questo punto di vista. In più il controllo era affidato ad organismi non in grado di controllare, per non dire altro».