Comuni sciolti, tre sindaci reintegrati dal Tar Lazio

Accolto il ricorso per Maddaloni, Casal di Principe e Castelvolturno
12 marzo 2010 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino Caserta

E ora è un bel rompicapo. Non supera lo scoglio del Tar il provvedimento con il quale lo scorso dicembre il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha rimosso i sindaci di Maddaloni (Michele Farina, centrosinistra), Casal di Principe (Cipriano Cristiano, centrodestra) e Castelvolturno (Francesco Nuzzo, centrosinistra) «per gravi inadempienze nella gestione dell’emergenza rifiuti». Ieri infatti i giudici della prima sezione del Tar del Lazio (presidente Giorgio Giovannini, Roberto Politi consigliere e Anna Bottiglieri estensore) hanno accolto i ricorsi presentati dagli ex primi cittadini annullando il decreto del Presidente della Repubblica che il 31 dicembre aveva recepito le conclusioni del Viminale nonché l’intera documentazione allegata al provvedimento e basata su una relazione del sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso (del 30 novembre 2009) che aveva inserito i tre comuni della provincia di Caserta nella «black list» degli enti locali inadempienti. Ma, al di là degli effetti e delle ricadute a livello locale, la decisione del tribunale amministrativo (sono ora attese le motivazioni) di fatto depotenzia una delle disposizioni più discusse introdotte dal governo per fronteggiare l’emergenza rifiuti in Campania, quella cioè connessa alla diretta responsabilità dei sindaci nel porre in atto tutte le misure per arginare e controllare la crisi nelle aree di competenza. Era stato lo stesso Bertolaso, a fine novembre, ad ammonire - in una relazione poi inviata al Viminale - i primi cittadini di nove comuni della Campania (sette della provincia di Caserta e due della provincia di Napoli) «messi in mora per grave e reiterata inerzia nel fronteggiare l’abbandono incontrollato dei rifiuti, anche in aree private, in violazione dei doveri del sindaco sanciti dal decreto legislativo 152 dell’aprile 2006». Di quei nove comuni diffidati soltanto tre sono poi incorsi nella sanzione limite, con la rimozione dei rispettivi sindaci, annullata ieri dal Tar del Lazio. Cosa succede ora? La soluzione è tutt’altro che pacifica. Intanto, il sindaco di Castelvolturno Francesco Nuzzo - prima che subentrasse la rimozione - si era già dimesso e, in ogni caso, il suo mandato sarebbe comunque scaduto: dunque il Comune litoraneo (dove è stato nominato un commissario prefettizio, Michele Capomacchia) andrà regolarmente al voto il 28 e 29 marzo. A Casal di Principe il sindaco Cristiano (per altro candidato alle Regionali in una lista collegata al candidato del centrodestra Stefano Caldoro) da ieri sera è già tornato al lavoro: le elezioni comunali verranno annullate anche perché, nelle more, erano rimasti in carica consiglio comunale e giunta guidata dal vicesindaco. La situazione più complessa è a Maddaloni: per sciogliere il rebus il prefetto di Caserta Ezio Monaco ha chiesto un parere al ministero dell’Interno, indicazione che potrebbe arrivare oggi. Il nodo giuridico è controverso: in presenza della rimozione del sindaco Farina, la settimana scorsa 18 consiglieri su 30 si sono dimessi rendendo quindi necessaria la nomina di un commissario prefettizio (Oreste Iovino) a causa dello scioglimento del consiglio comunale. Nel frattempo è già partita la macchina elettorale essendo il comune stato inserito nell’elenco delle città chiamate al voto a fine mese. Domanda: può un sindaco restare in carica senza consiglio comunale? Ma non finisce qui: Farina ha anche impugnato la convocazione dei comizi elettorali ritenendola illegittima. Su quest’ultimo ricorso il Tar del Lazio si pronuncerà la prossima settimana. E non si escludono nuovi colpi di scena.

Il decreto: Raccolta e pulizia, primi cittadini responsabili fino al 31 dicembre

Fino al prossimo 31 dicembre, sono sempre i sindaci a essere responsabili, di una consistente parte del ciclo dei rifiuti. Lo prevede il decreto 195, approvato a fine del 2009 e convertito nelle settimane scorse, che fissa le linee guida e la exit strategy dell’emergenza rifiuti in Campania. «In fase transitoria, fino e non oltre il 31 dicembre 2010 - prevede la norma - le sole attività di raccolta, di spazzamento e di trasporto dei rifiuti e di smaltimento o recupero inerenti alla raccolta differenziata continuano a essere gestite secondo le attuali modalità e forme procedimentali dai comuni». Lo stesso impianto normativo ribadisce che resta ferma «la responsabilità penale e amministrativa degli amministratori e dei funzionari pubblici dei comuni per le condotte o le omissioni poste in essere in violazione dei commi 3, 4, 5, 5-bis e 5-ter del presente articolo». Resta da definire il contenzioso relativo alle posizioni debitorie dei comuni rientranti nel Consorzio unico delle Province di Napoli e Caserta. Proprio quest’ultimo aspetto è stato inserito nella relazione con cui Bertolaso e Maroni hanno rimosso, lo scorso dicembre, i tre sindaci del Casertano, destinatari di varie diffide. Nei giorni scorsi il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro e il commissario della Provincia di Caserta, prefetto Biagio Giliberti, hanno nominato Gianfranco Tortorano soggetto liquidatore. A Tortorano sono stati, altresì, conferiti compiti, «di gestione in via ordinaria del Consorzio e di amministrazione dei relativi beni, da svolgere in termini funzionali al subentro da parte delle Province, anche per il tramite delle società provinciali». Particolare «curioso»: a firmare il ricorso del sindaco di Casal di Principe, Cristiano, è stato l’avvocato Carlo Sarro, ex sindaco di Piedimonte Matese e attuale senatore del Pdl. Che ha «smontato» un provvedimento varato dalla sua stessa parte politica.

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