«Vertice decapitato, il liquidatore revochi la delibera»
«Il liquidatore del consorzio revochi la delibera del vicepresidente Parente che abroga l’organizzazione del consorzio»: è stato chiesto all’unanimità ieri mattina da tutti i partecipanti all’incontro alla prefettura di Caserta. Per capire cosa sia successo bisogna, però, ricostruire la vicenda. Nell’aprile del 2009 l’allora presidente del consorzio Enrico Parente nominò di concerto con le organizzazioni sindacali i responsabili delle aree del consorzio unico di bacino: Antonio Scialdone, Francesco Raucci, Isidoro Perrota, Anthony Scialdone, Francesco Goglia, Giovanni Fusco, Giuseppina Pennacchio Flagiello. Successivamente il presidente decadde perché la sua amministrazione, quella di Villa Literno, venne sciolta per infiltrazioni mafiose. Provvedimento poi revocato dal Tar. Intanto al vertice del consorzio era subentrato il sindaco di Grazzanise, il vice presidente Enrico Parente che ieri ha revocato la delibera di Fabozzi. «Ho tentato di mettere un po’ di ordine – ha spiegato Parente – è assurdo che in un momento così difficile, mentre si stenta a sistemare gli esuberi, ci sia gente che usufruisce dell’auto di servizio, di rimborsi spesa esorbitanti, di indennità di dirigenza da 1500 euro e di superminimi vari». Ma, a quanto pare, quei benefit non erano stati concessi da Parente. E la revoca degli incarichi, hanno concordato i sindacati e il commissario straordinario della provincia di Caserta, Biagio Giliberti, creerebbe un assoluto caos.