Napoli, campagna elettorale tra i rifiuti
Da Caserta, che resta l’epicentro della protesta dei lavoratori del Consorzio unico di bacino rimasti senza stipendio, a Napoli. Ieri sera una leggera schiarita, con l’annuncio da parte della Protezione civile che ha dato notizia di una riunione «nel corso della quale è stato messo a punto, con tutte le amministrazioni interessate, un percorso amministrativo finalizzato ad assicurare nel più breve tempo possibile il pagamento delle retribuzioni maturate dagli operatori del settore in sciopero». Ma ieri mattina per le strade di Napoli si sono riviste immagini che sembravano ormai definitivamente archiviate: cassonetti pieni di rifiuti, altri bruciati, cumuli di sacchetti, da Chiaia a via Toledo, da Santa Brigida a via Melisurgo. È stato l’effetto del blocco del servizio di raccolta determinato dalla protesta dei circa 110 lavoratori interinali della Enerambiente spa che chiedevano il rinnovo del contratto. La vertenza è stata risolta in mattinata con un accordo che prevede l’impiego dei lavoratori da maggio a settembre prossimi per consentire lo smaltimento delle ferie ai loro colleghi.
Intanto, sono proseguite le azioni di lotta nel Casertano. sempre ieri mattina i manifestanti hanno bloccato la Strada statale tra Napoli-Caserta all’altezza del bivio per San Nicola la Strada. Un altro presidio in corso Giannone a Caserta, proprio davanti alla sede del Consorzio di bacino. Ancora bloccati l’ex Cdr di Santa Maria Capua Vetere e la discarica di San Tammaro. Stop anche all’impianto per il trattamento dei rifiuti di Tufino. La situazione è preoccupante: i lavoratori sembrano determinati a proseguire con le azioni di lotta. La manifestazione simbolicamente più significativa potrebbe andare in scena giovedì alla Mostra d’Oltremare di Napoli, dove è previsto l’arrivo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi impegnato a sostegno del candidato governatore del Pdl Stefano Caldoro. Del resto, il ritorno dei rifiuti in strada ha già rimesso in moto le polemiche politiche, nonostante il «no» della Protezione civile alla «strumentalizzazione a fini elettorali delle emergenze». Emblematico l’episodio avvenuto lunedì sera nell’Aversano dove la presidente dell’assemblea del Pd Rosy Bindi era impegnata in un tour elettorale col consigliere regionale Nicola Caputo. Di fronte all’ennesimo cumulo di rifiuti l’ex ministra ha chiesto all’autista di fermarsi e con una fotocamera digitale ha realizzato un piccolo reportage per poter documentare il ritorno dell’emergenza. In realtà, il nodo principale, quanto meno quello prioritario, è la vicenda dei 1.268 lavoratori del Consorzio unico di bacino Napoli e Caserta che non ricevono lo stipendio da oltre due mesi. In totale occorrerebbero almeno 4 milioni di euro. Nessuno, per il momento, è riuscito a garantirne con certezza il pagamento. Pur avendo avuto la garanzia di transitare nelle nuove società provinciali che si occuperanno della raccolta dei rifiuti, gli addetti del Consorzio rischiano di restare stritolati nelle more del passaggio delle consegne, cioè della transizione dalla gestione commissariale a quella ordinaria. Al vertice del Consorzio si è insediato solo da qualche giorno il nuovo commissario liquidatore Gianfranco Tortorano. «Siamo — afferma il segretario regionale del sindacato Fiadal Vittorio d’Albero— al collasso assoluto. La situazione rischia di uscire completamente dal controllo. Eppure, tra Napoli e Caserta pare che i fondi per assicurare gli stipendi ci sono. L’assurdo è che mancherebbe lo strumento tecnico per erogarli. Siamo contrari alle speculazioni politiche. Però i politici farebbero bene a assicurare lo stipendio ai lavoratori. Pasqua e le elezioni sono vicine. Non so cosa potrebbe succedere se gli impegni con chi lavora non venissero onorati».