Berlusconi, ombre sulla visita. Torna domani ma teme proteste per la spazzatura
INVECE lo spettro dei sacchetti accumulati in strada sembra riaffacciarsi. Proprio alla vigilia delle consultazioni regionali. In una partita, quella campana, data per scontata. E che si è trasformata per il Pdl in una corsa più complessa.
Anche per questo Berlusconi torna a Napoli, dove mancava dalla primavera del 2009. Nelle ultime settimane di campagna, il premier punta sulle regioni in cui non può permettersi un vantaggio di misura. Alle 18 è previsto il suo intervento alla Mostra d’Oltremare, padiglione numero 6, con 5mila bandiere e un palco 70 metri per 4. Con lui, il candidato presidente Stefano Caldoro, la capolista Mara Carfagna, la schiera dei vari candidati, e i vertici locali di un partito logorato dagli scontri, a partire dalla conflittualità latente tra il leader regionale Nicola Cosentino e lo stesso Caldoro, fino alla faida tra il coordinatore e i fedelissimi del blocco finiano. Nel caso occorresse una prova, ieri, sul sito pdlcampania.it, eccone un ulteriore assaggio. Si legge nella pagina: «Il coordinatore Nicola Cosentino sarà sul palco assieme al presidente del Consiglio, per la kermesse del Popolo della Libertà (…)», e giù dichiarazioni di Cosentino e Landolfi. Non un rigo, né una parola sulla presenza di Caldoro.
Berlusconi aveva lasciato la città nel pieno dello scandalo “papi” e delle escort, promettendo, a giugno: «Verrò una volta al mese per continuare a seguire la crisi rifiuti». Promessa saltata. È trascorso quasi un anno. Ieri, il premier avrebbe fatto sapere a Cosentino quale accoglienza si aspetta. «La città deve essere pulita, linda. Abbiamo fatto un lavoraccio con Bertolaso…». Eppure, i lavoratori addetti alla raccolta, che protestano da giorni per il mancato pagamento degli stipendi e stanno determinando la ricomparsa dei cumuli in strada, appartengono proprio all’area del centrodestra, vicini a Cosentino e al presidente Luigi Cesaro. Si tratta dei dipendenti della neonata società Napoli-Caserta, in cui sono confluiti i vecchi consorzi. Una soluzione legislativa voluta dal sottosegretario Guido Bertolaso e che non è mai piaciuta a Cesaro e a Cosentino. Lo stesso presidente della Provincia aveva avvertito a dicembre: «Cambiali in bianco non ne possiamo firmare, questa norma così non va».
Domani, sul comizio di Berlusconi a Fuorigrotta, pesa dunque la spina nel fianco dei rifiuti. Ma non meno frenetico sarà il “prima” e “dopo” del suo discorso pubblico.
Il premier arriva infatti nel primo pomeriggio all’hotel Vesuvio, dove non è escluso che possa avere incontri con candidati e candidate. In serata, è prevista la megacena elettorale su cui si stanno concentrando, da 48 ore, il lavoro del cerimoniale e i sopralluoghi della sicurezza di Palazzo Chigi, alle prese il pressing di chi vuole esserci, una folla che richiedeva un “desco” per 2mila persone. Pressioni che rischiano di far saltare l’idea. Come location si prospettava l’albergo di Avellino, Hotel de la ville, un omaggio a una delle “predilette” del premier in lista. Dai vertici romani del Pdl è infatti partito l’ordine — diretto a Cosentino, e al presidente della Provincia Cosimo Sibilia— di dirottare voti su Antonia Ruggiero, già assessore provinciale, la cui elezione rischia di essere insidiata da concorrenti più radicati, il consigliere regionale uscente Francesco D’Ercole e l’assessore uscente Generoso Cusano. Che mal digeriscono l’intrusione. Ma all’hotel de La Ville ora alzano le braccia. «Gli uomini della sicurezza del presidente hanno ispezionato ogni angolo — spiegano in direzione —. Eravamo già pronti con le prelibatezze irpine da inserire nel menu. Purtroppo il numero dei commensali è cresciuto a dismisura, tra i 1500 e 2000 posti. Ma non so di cosa avranno bisogno». Si prospetta anche un’ipotesi più controversa, certo suggestiva: l’impiego della sala della Meridiana del Museo Nazionale. Indiscrezioni romane dicono che al premier piace molto. Ma il prestigioso spazio è stato impiegato in passato solo per appuntamenti con capi di Stato. La Soprintendenza consentirebbe una cena elettorale? E poi, ragionano alla sicurezza, Napoli si presenterebbe praticabile, senza neanche un cassonetto rovesciato?
Chissà se di fronte a queste variabili, il premier vorrà mantenere la promessa che aveva fatto quindici giorni fa, via telefono. Cantare «Tengo ‘o core dint”o zucchero», musiche di Apicella, testo di Silvio Berlusconi.