"Noi stretti tra camorra e promesse mancate"
Sono nove, tutti determinati, ma ciascuno con appena cinque minuti a disposizione per spiegare le proprie ragioni. Nell’aula al quinto piano di Palazzo San Macuto, sede romana della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, l’audizione dei sindaci che il sottosegretario Guido Bertolaso considera responsabili del «degrado» sui territori che amministrano. E per questo ne ha proposto il commissariamento. Aversa, Casal di Principe, Casaluce, Castelvolturno, Giugliano, Maddaloni, Nola, San Marcellino, Trentola Ducenta sarebbero le uniche amministrazioni campane da «maglia nera» nella rimozione dei rifiuti. I sindaci respingono le contestazioni e partono al contrattacco: questa sera si riuniranno a Casapesenna per preparare una strategia politica comune. Nel frattempo, illustrano a Roma come affrontano il problema rifiuti sui loro diversi territori. Nove sindaci e problemi da affrontare non sempre uguali. Il sindaco di Castelvolturno, Francesco Nuzzo, amministra un territorio di 27 chilometri di costa, con insediamenti di 15mila immigrati irregolari e servizi di rimozione rifiuti da assicurare a circa 60mila persone, non censibili, in aree dall’accesso non omogeneo. In questa realtà, naturalmente, sono tanti gli evasori delle tasse sui rifiuti. Ai commissari Nuzzo spiega: «Il consorzio raccolta non funziona e personalmente ho inviato 300 contestazioni sulla raccolta. Sono convinto, vedendo la quantità di rifiuti ingombranti che si scaricano ogni notte su aree abusive, che questo servizio fuorilegge sia in mano a gruppi della camorra, o a loro emissari e persone collegate». Rischio camorra. A Casal di Principe, il sindaco Cipriano Cristiano denuncia: «La Prefettura mi ha segnalato che la Jacorossi, per i suoi recenti problemi giudiziari, ha avuto disdetti i contratti per la bonifica dei siti inquinati. Ora dovrei occuparmi io di quelle bonifiche, ma come posso farlo rapidamente se non ho tutte le assicurazioni di trasparenza sulle ditte utilizzabili, che solo la Prefettura può fornirmi?». A Casale, la differenziata è in incremento, dieci vigili urbani sono di nuova assunzione per i controlli. Ma il territorio resta sempre a rischio d’infiltrazione camorristica. La butta sull’ironico Domenico Ciaramella, sindaco di Aversa: «È insolito che le diffide vengano quando il territorio è pulito, corredate da qualche foto isolata». Rivendicazioni su problemi stratificati nel passato, denunce su bonifiche promesse e mai viste. Il sindaco di Giugliano, Giovanni Pianese, è chiaro: «C’è un protocollo d’intesa, a firma Bertolaso, di impegno alla bonifica dei sei milioni di ecoballe a Taverna del Re. Nulla si è visto, eppure ci diffidano a usare acqua di falde e prodotti che provengono da alcune aree. Non è quello il degrado, da cui non ci liberano come invece si erano impegnati a fare?» Rabbia nella convinzione di essere considerati capri espiatori di una realtà complessa. Il sindaco di Nola, Geremia Biancardi, ma anche quello di Casaluce, Nazzaro Pagano, ribadiscono di essersi insediati da appena cinque mesi. Sciorinano i loro risultati, ottenuti nel poco tempo a disposizione. Poi, dito puntato sul meccanismo del call center messo su dalla struttura commissariale, per raccogliere le segnalazioni sulle inadempienze nella rimozione dei rifiuti. È esplicito Michele Farina, sindaco di Maddaloni: «Basta che un avversario politico organizzi una serie di incontrollabili telefonate, per colpirti in maniera anonima». Gli fa eco il sindaco di Trentola Ducenta, Nicola Pagano: «È vero, il sistema del call center è da rivedere». Nove sindaci decisi a difendersi. E commenta Gaetano Pecorella, presidente della commissione: «Le audizioni hanno evidenziato eredità difficili raccolte da alcuni sindaci e complesse situazioni ambientali». Oggi, a Palazzo San Macuto sarà sentito il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. A lui sono arrivate le richieste di Bertolaso. A lui spetta la decisione finale.