In marcia con cartelli e sacchetti «Vogliamo il nostro stipendio»

Pellegrinaggio in prefettura per sollecitare una soluzione
"C'è chi vuole far fallire l'Asa"
9 marzo 2010 - Cinzia Puopolo
Fonte: Il Mattino Avellino

La protesta raddoppia. Come ieri, anche oggi lavoratori in piazza e blocco della raccolta dei rifiuti in tutti i 44 comuni del Cosmari 1. Oggi, però, i lavoratori delle società del settore scriveranno ai sindaci dei Comuni «virtuosi», quelli che pagano le loro quote al Cosmari 1 per i servizi ricevuti, scusandosi per dover applicare in maniera compatta - e non a macchia di leopardo - la sospensione del servizio. E ciò al fine di tenere alta l’attenzione sulla vertenza. Ieri la città, però, non poteva non vedere e non accorgersi, con i sacchetti a terra (ed oggi la quantità aumenterà) quanto stava accadendo. Il corteo - con cartelli e simbolici sacchetti d’immondizia sulle spalle dei lavoratori- è partito da piazza D'Armi e si è fermato davanti alla Prefettura e a Palazzo Caracciolo. Al rappresentante di governo Ennio Blasco e al presidente della Provincia Cosimo Sibilia (che dopo si sono incontrati con una rappresentanza dei lavoratori, innescando il percorso dell’incontro pomeridiano) il sindacato ha chiesto un provvedimento per bloccare il servizio di raccolta nei comuni morosi. «Chiediamo che le massime istituzioni facciano rispettare ai comuni gli impegni assunti - dice Franco De Feo della Uil - la situazione è drammatica e sta diventando incandescente, difficilmente gestibile». Anche il presidente dell'Asa, Angelo Romano, è sceso al fianco dei lavoratori. «Agli operatori dell'Asa va tutta la mia solidarietà - dice Romano - è da mesi che denunciamo questa carenza di versamenti da parte dei comuni fortemente in ritardo nel pagamento delle quote. Abbiamo già chiesto al Cosmari di sospendere la raccolta nei comuni indebitati ma questo, finora, non è avvenuto. A gran voce avanzo la stessa richiesta al prefetto Blasco». Senza stipendio e con un futuro segnato dall'incertezza, i lavoratori Asa, Defiam, Pantaleone, Pescatore e Russo, hanno gridato, davanti alla prefettura, tutta la loro rabbia. Vigilavano le forze dell’ordine per evitare che la situazione potesse degenerare. «Non riusciamo a far fronte al pagamento del fitto di casa e delle bollette - dice uno dei manifestanti - vogliamo sapere che fine fanno i soldi che i cittadini pagano ai comuni di Solofra, Mercogliano, Monteforte e Atripalda per il servizio di raccolta dei rifiuti. Siamo senza soldi, senza benzina nei mezzi, costretti a lavorare in condizioni disumane, non abbiamo nemmeno i guanti e raccogliamo i rifiuti, anche quelli pericolosi come le siringhe, a mani nude. Non si può andare avanti in queste condizioni, se la situazione non si sblocca saremo costretti allo sciopero ad oltranza, non abbiamo altra scelta se non quella di lasciare i rifiuti sulle strade». «La situazione è destinata a peggiorare - avverte Giuseppe Negrone, responsabile del settore operativo dell'Asa - su 200 mezzi a disposizione, più di 50 sono fermi perché necessitano di manutenzione, non ci sono soldi nemmeno per acquistare il carburante. Eppure, l'Asa vanta un credito di oltre 9 milioni di euro, non basta certo il 10% che i Comuni hanno stanziato a salvarla, credo che ci sia un preciso disegno per farla fallire».

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