Rifiuti, confermato lo sciopero: domani il blocco
Caos rifiuti. Si fermano domani i lavoratori impegnati nelle attività che riguardano il ciclo integrato nel bacino del Cosmari Av1. Si rischia, inoltre, uno sciopero a oltranza con conseguente paralisi del settore e nuova emergenza. Operatori e sindacati lamentano disagi e difficoltà derivanti da una criticità finanziaria che, da lungo tempo, penalizza le attività del comparto, in particolar modo sul versante sicurezza. I debiti accumulati da numerosi Comuni hanno creato una situazione di sofferenza e affanno in tutti i soggetti impegnati nel ciclo integrato. Gli addetti delle aziende Defiam, Pantaleone, Pescatore e Russo - dove vengono trasferite le varie frazioni di raccolta differenziata - non ricevono lo stipendio da mesi. Gli operatori dell’Asa sono, invece, costretti a fare i conti con condizioni di lavoro difficili dovute a una penuria finanziaria che ha bloccato numerosi mezzi mentre altri continuano ad operare senza le necessarie revisioni. Una situazione ormai al limite per la quale viene ritenuto insufficiente l’ennesimo tampone (mandati di pagamento per circa un milione e 400mila euro arrivati da alcuni Comuni). Sindacati e lavoratori chiedono la certezza del flusso finanziario per una tranquillità lavorativa. Le rimostranze - acuite dalla conferma di una giornata di sciopero con corteo di protesta per le strade del capoluogo fino ai palazzi di Provincia e Prefettura - creano malumori tra gli amministratori. Quelli virtuosi, ma anche i morosi. «Abbiamo disposto nelle ultime ore - evidenzia il sindaco del capoluogo Giuseppe Galasso - un mandato di pagamento per circa 380mila euro, superiore rispetto al dato di 240mila euro fornito, in prima battuta, dal presidente del Cosmari. Ritengo che siamo in diritto di avere la città pulita avendo, tra l’altro, sempre garantito pagamenti con regolarità e puntualità. Capisco le istanze dei lavoratori, ma li invito a non fermarsi perché sono certo che tutti i Comuni rientreranno del debito al più presto. In ogni caso, chiedo loro di salvaguardare i centri virtuosi». Invito cui si accomuna il vice sindaco Gianluca Festa. «La città - dichiara - oltre ad essersi dimostrata sempre sensibile e puntuale nei pagamenti, paga pure lo scotto di essere comune capoluogo. Affrontiamo, infatti, costi maggiori di quelli che dovremmo sopportare, in virtù di una produzione superiore alla norma dovuta a un incremento di popolazione per l’arrivo giornaliero di migliaia di persone dalla provincia. Un’interruzione del servizio penalizzerebbe anche i cittadini che stanno collaborando in maniera fattiva per il raggiungimento di significativi risultati in termini di raccolta differenziata». «Rinnovo - aggiunge il presidente del Cosmari, Antonio Caputo - l’appello ai lavoratori a non scioperare. Se a fine marzo dovessero ripresentarsi le medesime difficoltà, consiglio l’interruzione del servizio solo nei Comuni morosi». Anche gli amministratori dei centri in ritardo con i pagamenti, però, esprimono perplessità per la protesta. I primi cittadini di Mercogliano e Solofra si limitano a dichiarare che «abbiamo risposto, pure se con difficoltà, agli impegni assunti in Prefettura», lasciando immaginare che si attendevano un periodo di tregua e non una nuova mobilitazione degli operatori del settore. La risposta del sindacato non si fa attendere. «Il pagamento di una parte del debito accumulato - evidenzia Michele Caso della Uil - rappresenta un dovere basilare degli amministratori e non li assolve dalle loro responsabilità. Fino ad oggi si è riusciti ad andare avanti grazie all’impegno e alla regolarità nei versamenti dei Comuni virtuosi. Capiamo le rimostranze di questi ultimi che sono costretti a subire disagi a causa di molte amministrazioni morose e inadempienti». I servizi e le attività del ciclo integrato si bloccano in tutto il bacino. «La somma rientrata - conclude Caso - non garantisce all’Asa neanche le spese necessarie per arrivare alla fine del mese. Inoltre, non c’è alcuna certezza sul futuro e sul ristabilimento di un flusso finanziario virtuoso. Non vorrei, infatti, che i comuni che oggi dicono di aver rispettato gli impegni assunti in Prefettura pensino di aver assolto del tutto al loro dovere. Non è così. È necessario, invece, che rientrino in breve dell’intero debito maturato. Corriamo il rischio che le stesse difficoltà si ripresentino, acuite, già tra qualche giorno. I lavoratori hanno, invece, il diritto di essere messi nelle condizioni di operare in maniera tranquilla».