Il dissesto a Foglianise La fase di emergenza durerĂ  un mese: problemi per le famiglie sfollate

Monte Caruso, pericolo massi

Probabili altri crolli dal costone franato
Si studia un piano
6 marzo 2010 - Domenico Zampelli
Fonte: Il Mattino Benevento

Monte Caruso Foglianise. Cominciano ad essere più chiare le proporzioni della frana che minaccia il paese. I sopralluoghi effettuati nella giornata di ieri hanno permesso innanzitutto di individuare il punto di distacco del costone. Molto più in alto di quanto si pensava in un primo momento: ci si trova ad appena 50 metri dalla vetta. Ma quello che suscita maggiore impressione è il dato, seppure orientativo, legato alle dimensioni del masso che si è staccato: otto metri di altezza per tre di larghezza. Sembrerebbe essere venuta giù anche una grande quantità di terra, più che nel distacco di dieci anni fa, insieme a numerosi detriti nei quali si è scomposta la roccia che si è staccata. E c'è un ulteriore dato particolarmente preoccupante, già temuto da tempo. I sopralluoghi hanno infatti consentito di verificare l'esistenza di diversi altri massi in bilico lungo le scarpate del monte Caruso, oppure in equilibrio più che precario su di una montagna che sembra stia venendo giù a pezzi. E quindi si comincia a parlare con sempre più insistenza della possibile dichiarazione di emergenza idrogeologica. È stata una giornata fitta di contatti e di appuntamenti, quella di ieri, per il sindaco Giovanni Mastrocinque, che in mattinata ha ricevuto il presidente dell'amministrazione provinciale Aniello Cimitile ed il presidente nazionale dell'ordine del geologi Pietro De Paola, e nel pomeriggio ha fatto il punto della situazione con l'unità di crisi ed i rappresentanti di due ditte specializzate che si sono portati sul monte Caruso. In serata, poi, nuovo contatto con il professore De Paola. E sul tappeto vi sono le prime proposte operative: si sta discutendo della messa in sicurezza dei massi che appaiono in bilico mediante opportuno ancoraggio, come pure della realizzazione di una nuova barriera paramassi inizialmente concentrata sulla zone maggiormente a rischio, e poi estesa su tutto il versante a monte del paese. Quel che appare certo è che l'intervento dovrà necessariamente essere ripartito in due fasi, la prima dedicata ad un intervento rapido ed urgente, l'altra concentrata su di una soluzione più ampia. I tempi occorrenti all'esecuzione dei lavori nella prima fase che andrà a programmarsi oscillano fra i 20 ed i 40 giorni, e nel frattempo, purtroppo, le famiglie interessate dall'ordinanza di sgombero non potranno fare ritorno nelle loro abitazioni. Esiste naturalmente anche un problema di reperibilità dei fondi occorrenti per i lavori, che comunque in gran parte dovrebbero essere stanziati dal Dipartimento di Protezione Civile.

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