L’oltraggio alla storia

Sant'Andrea sommersa dai rifiuti

La chiesa longobarda sarà inaugurata ad Aprile ma già versa nel degrado
5 marzo 2010
Fonte: Il Mattino Salerno

Sant'Andrea Non è stata ancora inaugurata, ma già versa nel degrado. È stato uno spettacolo indegno per una città che si considera civile quello che si è presentato agli occhi dei funzionari della Soprintendenza per i beni architettonici e del paesaggio, Gianni Villani e Mariella Pasca, che ieri mattina hanno effettuato un sopralluogo alla chiesa di S. Andrea Apostolo, più nota ai salernitani con gli appellativi de’ Lama o de’ Lavina: l’intera piazzola-sagrato dove sorge l’edificio sacro, tra i più antichi di Salerno, totalmente ricoperto da una massa di rifiuti, rubato il cartello di Mirabilia con le indicazioni sul sito di età longobarda, immondizia anche sulle impalcature del palazzo - un cantiere eterno - addossato al monumento ed edificato sui resti del monastero (basiliano?) annesso alla chiesa. Le brutte sorprese non sono mancate neanche all’interno: il lancio della munnezza, che in questa stradina-imbuto alle spalle di Largo Campo sembra essere il gioco preferito degli abitanti, ha arrecato seri danni al lucernario che dà luce all’aula settecentesca, completamente rimessa a nuovo: piove dai vetri rotti e l’umidità lascia i suoi segni sulle pareti da poco pitturate, quelle dove riluce lo splendido affresco quattrocentesco raffigurante, pare, il patrono di Amalfi. «Quando abbiamo iniziato nel 1997 il restauro di Sant’Andrea - racconta Villani - si intravvedeva solo la mano, è stato da quella minuscola traccia che è partita la caccia al tesoro che, grazie anche alla collaborazione degli archeologi, ci ha permesso di ricostruire le vicende storiche ed architettoniche del complesso, una serie di stratificazioni che documentano la forma urbis della città romana ed altomedioevale». Per il recupero dell’edificio religioso, di proprietà della Curia, si prevedeva un anno, «ma i ritrovamenti - spiega Villani - sono stati tanti e tali da ritardare i tempi della consegna. Sotto la chiesa sette-ottocentesca, a cinque metri di profondità, è spuntata l’originaria costruzione databile tra il IX ed il X secolo con un ciclo di affreschi raffiguranti angeli, che rimandano a quelli della basilica di S. Angelo in Formis. Ancora più giù, a sette metri, resti di impianto romano. Non sono mancati poi i ritrovamenti lapidei, segnalati dalla presenza di una colonna capovolta, evidente elemento di spoglio proveniente da un precedente edificio, situata sul piccolo sagrato di S. Andrea. Anche il campanile ha svelato i suoi misteri, con la messa in luce di una bifora dell’XI-XII secolo. L’ultima chicca è che abbiamo trovato le prove del doppio culto latino e bizantino». Sant’Andrea sarà inaugurata il prossimo 16 aprile, in occasione delle Giornate della Cultura. Un altro gioiello che rischia di cadere nuovamente nell’abbandono. «Il problema è la gestione - avverte Mariella Pasca - C’era un patto Comune-Curia-Soprintendenza per la valorizzazione delle chiese del centro storico: dopo il restauro dovevano essere affidate ad associazioni culturali che ne garantissero l’apertura al pubblico, purtroppo non è stato così, i parroci le rivendicano, ma poi le tengono chiuse».

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