Ente in scadenza, ma nel Bacino arrivano 70 promozioni
Pioggia di promozioni al bacino Napoli-Caserta, che, come tutti gli altri consorzi, sarà sciolto tra qualche settimana, subito dopo l'approvazione del decreto 195, quello che sancisce la fine dell'emergenza rifiuti. E questo proprio mentre Bertolaso respinge la pianta organica elaborata dai dirigenti che prevedeva «solo» 357 esuberi, perché comporterebbe costi troppo alti per gli utenti. Costi che in ogni caso diventeranno probabilmente esorbitanti visto che nell'ultima modifica al decreto è stato stabilito che tutti i lavoratori saranno comunque riassorbiti. Una situazione al limite dell'assurdo. La denuncia parte dai sindacati autonomi che, come spiega il portavoce Vincenzo Guidotti, hanno inviato un esposto alla Procura generale della Corte dei conti della Campania. Il sindacato Azzurro parla anche di promozioni ad personam a esponenti di altre orgaizzazioni. Quel che è certo è che gli avanzamenti di carriera, una settantina in tutto, vengono confermati sia dal direttore del cosiddetto «consorzione», Antonio Scialdone, che dal responsabile dell'articolazione Napoli 3, il prefetto Francesco Forleo. «In questo modo – spiega Scialdone – ci proponiamo di evitare una serie di cause di lavoro». Il decreto 195, però prevede che il personale dei consorzi venga assunto a tempo indeterminato, fermi restando i profili professionali acquisiti alla data del 31 dicembre 2008. Insomma senza promozioni. Ma la cosa non preoccupa Scialdone che sottolinea: «Noi non abbiamo cambiato le qualifiche professionali, ma solo riconosciuto diversi livelli retributivi». Una decina di avanzamenti sono stati proposti nel Napoli 3. Spiega il prefetto Forleo: «Sistematicamente vengono richiesti passaggi di livello, la richiesta viene avanzata dai lavoratori a me e io la giro al dirigente consorzio unico. Io sono un tramite poi c'è il direttore generale che decide. Ma è giusto che chi lavora e si sacrifica abbia riconosciuti dei meriti. Nessuno sta buttando soldi». Nessuno spreco, dunque, secondo i dirigenti. Ma, come si legge nella lettera firmata da Guido Bertolaso, che ha respinto la pianta organica proposta dal consorzio, il costo della raccolta in Campania, al netto delle promozioni, minaccia di essere molto più alto che nelle altre regioni. Secondo il sottosegretario «In riferimento al servizio di spazzamento e raccolta, il costo annuo calcolato per abitante servito risulta essere pari a 50,32 euro, a fronte di un parametro nazionale di costo pari a 39,04, con uno scostamento quindi di 11,28 euro». Ma non basta: viene segnalato anche un surplus di personale amministrativo che incide per il 18,5 per cento dei costi mentre la media nazionale è del 16,3. Ci sono troppi collettti bianchi. Nella pianta organica disegnata dal consorzio, però, tutti i tagli erano stati concentrati tra gli operai: 55 a Caserta e 296 a Napoli. Molti di meno di quelli segnalati nel dicembre del 2008 dall'allora commissario ad acta del «consorzione», Alberto Stancanelli, che nella sua relazione finale parò di 550 dipendenti in sovrannumero mentre nella scheda di accompagnamento al decreto 195 gli esuberi sono quantizzati addirittura in settecento. Ma a questo punto il problema sembra essere diventato un altro: qualunque sia la pianta organica, l'ultimo testo del decreto, quello approvato alla Camera e che dovrà ritornare al Senato, stabilisce che, necessario o meno, tutto il personale venga riassorbito.