Centrale Turbogas, nuovo scontro
Maddaloni. Prima l'attrito era con il ministero dell'Ambiente. Secondo il Comune, «colpevole di aver ignorato il territorio e previsto addirittura il silenzio assenso degli enti locali al progetto di ampliamento della vecchia centrale Turbogas di Maddaloni». Ora, lo scontro si allarga al ministero delle Attività Produttive. «Misteriosamente, è stata di nuovo richiesta - rivela il vicesindaco Salvatore Liccardo - la documentazione delle motivazioni ufficiali al nostro rifiuto (condiviso con Provincia e Regione) al progetto di ampliamento. Diniego ampiamente documentato in sede di autorizzazione integrata ambientale (Aia)». E scatta l'emergenza amministrativa. Nonostante la smobilitazione preelettorale, il vicesindaco ha allertato la commissione consiliare ambiente e territorio. «Esiste la preoccupazione bipartisan - dice Liccardo - che i vertici ministeriali abbiano già deciso per l'ampliamento della centrale. L'unico ostacolo è l'opposizione, anch'essa bipartisan, al progetto». Regione, Comune e Provincia ritengono il potenziamento «incompatibile con il Piano regionale della qualità dell'aria». È antieconomico adeguare l'impianto esistente (formato da quattro gruppi di 88 megawatt alimentato a metano). Quella di via Ficucella, da centrale di riserva (riattivata nel 2003, dal «Piano Scarioni» per far fronte al rischio blackout e alle punte di consumo estivo) dovrebbe diventare una centrale di media potenza con 500 ore annue di utilizzo di ciascun gruppo. È qui che si consuma lo scontro duro: l'incremento della produzione implicherebbe un incremento delle emissioni di particolato sottile (pm10) e mcroinquinanti in tracce (formaldeide e metalli pesanti). Questi ultimi non sono compatibili, secondo il Comune, con i piani ambientali regionali.