Bertolaso: «Non serve il quarto termovalorizzatore»

Dibattito a Montecitorio
La sfida dell'opposizione: "Profili di incostituzionalità"
18 febbraio 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

«Visto il volume dei rifiuti prodotti, il quarto termovalorizzatore previsto in Campania, ad oggi, non sembra più necessario»: lo ha annunciato ieri alla Camera Guido Bertolaso nel corso del dibattito sul decreto 195 quello che sancisce, tra le altre cose, la fine dell’emergenza rifiuti. E per quello che riguarda l'impianto di Napoli il sottosegretario ha ricordato che è già stato scelto il sito dell’impianto e sono state avviate le procedure per la realizzazione. Nella replica agli interventi ha poi assicurato che entro febbraio si procederà al collaudo del termovalorizzatore di Acerra, «che già oggi smaltisce più di quello che si era immaginato potesse fare». Il sottosegretario ha garantito che saranno resi pubblici tutti i dati sulle emissioni dell’impianto. In ogni caso, ha precisato, «essi sono sicuramente inferiori ai limiti imposti dalla normativa nazionale e comunitaria». In aula gli interventi si sono succeduti per tutta la giornata. Si è discusso, ovviamente della Protezione civile, del suo ruolo e del suo destino, ma non sono mancate le polemiche anche sull’organizzazione del ciclo dei rifiuti. Si è dibattuto ancora del ruolo da attribuire a Comuni e Province nel ciclo dello smaltimento rifiuti. Nell’ultima stesura ai presidenti delle Province sono attribuite le funzioni ed i compiti di programmazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti da organizzarsi anche per ambiti territoriali. Il Senato ha introdotto alcuni emendamenti volti a garantire il coinvolgimento delle autonomie locali nelle dinamiche connesse alla nuova fase: in via transitoria, sino al 31 dicembre 2010, le attività di raccolta, spazzamento e trasporto dei rifiuti, quelle di smaltimento o recupero degli inerenti e la raccolta differenziata continuano ad essere gestite dai comuni; inoltre, per assicurare l’integrale copertura dei costi del ciclo dei rifiuti, si prevede un metodo di calcolo della Tarsu, per il solo 2010, articolato in due parti elaborate distintamente dalle province e dai comuni. Una soluzione che l’opposizione continua a ritenere insoddisfacente. Nella stesura approvata martedì dalla commissione ambiente il decreto individua le modalità per la definizione delle piante organiche dei consorzi, i quali provvedono all'assunzione a tempo indeterminato del personale in servizio fino alla data del 31 dicembre 2008, dando priorità a quello già assunto al 31 dicembre 2001, anche se risulta in soprannumero. La commissione anche approvato il riassorbimento degli esuberi prevedendo ammortizzatori sociali e la deroga al patto di stabilità. Una richiesta dei dipendenti che fino a qualche giorno fa era stata sempre respinta. Oggi l'opposizione presenterà una serie di pregiudiziali di incostituzionalità. Una riguarderà il cosiddetto «scudo» previsto nei confronti degli appartenenti alle strutture commissariali e all’unità stralcio (quella che coordinerà l'attività fino al 2011). Nei loro confronti non potranno essere intraprese azioni giudiziarie di natura civile ed amministrativa, ma solo penale. Un'altra punterà il dito contro l'attribuzione della Tarsu alle Province che delineerebbe un sistema fiscale per la Campania diverso da quello delle altre regioni. Su questo punto era già intervenuta la stessa maggioranza prorogando di un anno il passaggio della tassa. Toccherà poi al governo se porre la fiducia ammettendo un unico maxiemendamento che dovrebbe contenere tutti quelli approvati dalla commissione ambiente del Senato. Una scelta quasi scontata se si pensa che gran parte delle modifiche passate sono state proposte dallo stesso relatore e quindi dalla maggioranza.

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