Telecontrollo e gassificatore, nuova sfida ai rifiuti

Ecco il piano della Regione post-emergenza. Per realizzarlo fondi europei per oltre 200 milioni.
18 febbraio 2010 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

Raggiungere l’obiettivo del 65 per cento di differenziata entro il 2012. E disinnescare il rischio di esaurimento delle discariche, stimato con le attuali produzioni di rifiuti, in poco più di tre anni. Eccolo il piano quatriennale post emergenza approvato nella giunta di palazzo Santa Lucia e che sarà presentato, mercoledì prossimo a Napoli alla presenza di sindaci e amministratori campani e del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Con in mezzo due criticità che, al momento, appaiono difficili da superare. A cominciare dal nodo dei debiti accumulati verso terzi dalle varie strutture commissariali (1,5 miliardi di euro) e dal sostanziale stop, per cause diverse agli inceneritori previsti. Rimarrà, per ora, solo quello di Acerra mentre un gassificatore, allocato a Giugliano o a Villa Literno, potrebbe risolvere il problema delle ecoballe (8 milioni di tonnellate) accumulate in questi anni. Mentre rispunta anche il progetto «Sirenetta», ovvero il controllo satellitare dei camion dei rifiuti mai partito e finito al centro di inchieste e polemiche. Poco più di 48 pagine per rientrare nell’ordinario e chiudere definitivamente tre lustri di poteri commissariali: si riparte dal «punto zero», come viene definito dall’assessore all’Ambiente Walter Ganapini. Al momento un certo equilibrio («decisivo in questo senso il ruolo dell’Esercito», si premette) è garantito dall’apertura delle 5 discariche ma basta un granello fuori posto a far inceppare gli ingranaggi affidati ora alle società provinciali. Che, si scopre dal piano, si ritrovano con 7 impianti stir (gli ex cdr) valutati in 300 milioni di euro. Abbastanza per chiedere anticipazioni alle banche in questa fase di start up. Si parte a monte con la differenziata accompagnata da una «responsabilizzazione di imprese e pubbliche amministrazioni ridurre la quantità dei rifiuti». Ovvero incentivazione per reintrodurre il vuoto a rendere e l’acquisto di prodotti alimentari e detergenti tramite dispenser. Per la differenziata, invece, previsto entro l’anno l’arrivo di un finaziamento dai fondi Por di 50 milioni di euro per la differenziata (con la possibilità di revoca per i comuni che non comunichino i dati relativi alla raccolta), 135 milioni d’investimento per gli impianti e 35 per l’ampliamento di quelli esistenti. OLtre 230 milioni con l’obiettivo di ridurre gradualmente il conferimento in discarica. Più controverso il capitolo che riguarda gli inceneritori e la gestione delle ecoballe accumulate. «Il quarto impianto previsto, ad oggi, non sembra più necessario», ha spiegato appena due giorni fa il capo della Protezione civile Guido Bertolaso intervenendo in commissione Ambiente. Nel piano redatto da palazzo Santa Lucia, però, si fa presente come solo quello di Acerra sia in funzione mentre sono in una fase di stop gli altri tre. «La gara dell’impianto previsto a Salerno non ha avuto esito mentre - è scritto nel piano - su quello di Santa Maria la Fossa sono in corso approfondimenti giudiziari per la volontà dei clan di detenerne il controllo». Quello previsto a Napoli, invece, è «sostanzialmente fermo». Perché c’è un provvedimento di sequestro sugli scarichi del vecchio depuratore che insiste sull’area e perché non sembrano profilarsi imprenditori privati disposti a investire dopo che la Ue, appena una settimana fa, ha deciso di indagare sui contributi cip6 ritendendoli «illegittimi». Rimane il problema delle ecoballe «ormai mummificate e con un potere calorifero che rende necessarie soluzioni tecniche alternative all’impianto di Acerra». Si prevede la costruzione di un gassificatore per recuperare combustibili gassosi impiegabili per la produzione di energia: «Si registra una possibilità a localizzare tali impianti sul proprio territorio da parte dei comuni di Villa Literno e Giugliano: il gas producibile potrebbe produrre energia in loco e trasferirla con un gasdotto altre utenze industriali».

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