Acerra, l'impianto sarà venduto per 355 milioni
Oggi il testo definitivo all'esame dell'aula
Decreto rifiuti: non è solo l’articolo 16, quello che riguarda la Protezione civile spa, a dividere il Parlamento. Sono tante le nuove norme che non piacciono all’opposizione. Ieri il testo è stato discusso nella Commissione ambiente alla Camera, dopo essere stato approvato al Senato. Oggi il voto finale, probabilmente con la fiducia. I cambi sono stati tanti e continui per cui riesce ormai perfino difficile ricostruire l’iter delle successive modifiche. In particolare un punto, quello del valore del termovalorizzatore di Acerra, è stato più volte modificato. Il decreto, infatti, era arrivato al Senato senza la quantificazione del valore dell’impianto provocando le ire dell’Impregilo. Fino a qualche giorno primaera girato un testo che stabiliva un prezzo di 370 milioni di euro. Poi era sceso in campo il governatore Bassolino che aveva sostenuto: «Appare singolare che il prezzo del termovalorizzatore venga fissato dal decreto-legge». Nella versione definitiva discussa in Parlamento si stabiliva che il valore dell’impianto fosse quantificato dall’Enea. Ma nel corso del dibattito alla Camera è stato presentato dal relatore Agostino Ghiglia un nuovo emendamento che fissa un nuovo prezzo per la struttura di Acerra: 355 milioni. Scelta che ha rinnovato l’ira dell’opposizione. «Il decreto protezione civile prevede scelte sbagliate, pericolose e negative per perseguire il pur giusto e indispensabile ritorno alla gestione ordinaria dei rifiuti in Campania», sostiene Tino Iannuzzi deputato Pd in commissione ambiente. E poi spiega: «Il prezzo del termovalorizzatore è fissato apoditticamente per legge senza alcuna giustificazione». Ma non finisce qua: l’opposizione è schierata con l’Anci in difesa dei poteri dei Comuni nel settore dei rifiuti. Poteri che escono dal decreto seriamente ridimensionati: i Comuni, infatti, perderanno tra un anno le entrate della Tarsu a favore delle Province alle quali sarà anche affidato il compito di gestire tramite le società provinciali i lavoratori dei consorzi di bacino che saranno sciolti. «Con la creazione di società provinciali, si rischia solo di costituire mega strutture burocratiche, che non saranno in grado di gestire con efficienza in tutto il territorio di ciascuna provincia la totalità delle attività legate al ciclo dei rifiuti – sostiene Iannuzzi - Si azzerano e si penalizzano tante esperienze positive e importanti, maturate in diversi comuni che hanno dimostrato di saper raggiungere livelli d qualità ed eccellenza sul fronte della raccolta differenziata e dello smaltimento dei rifiuti». Una posizione assai vicina a quella espressa dall’Anci che ha riunito a metà gennaio tutti i sindaci della Campania e che minaccia ora, se verrà approvato il testo solo parzialmente emendato, di presentare un ricorso costituzionale: a parere dei sindaci si creerebbe una situazione di disparità tra i Comuni Campani e quelli del resto d’Italia. L’opposizione contesta anche la revoca dei poteri commissariali al sindaco di Salerno per la costruzione del termovalorizzatore. Poteri che, bisogna ricordarlo, erano stati assegnati con un’ordinanza del consiglio dei ministri. Nel corso del dibattito, poi, è stato ritirato anche l’emendamento che prevedeva l’assegnazione di un’indennità straordinaria al personale militare al lavoro sulla questione rifiuti con un limite massimo di spesa di 400 mila euro al mese. Una modifica che certamente provocherà altri malumori.