Maddaloni L’amministrazione si mette di traverso e ostacola l’ampliamento proposto dal ministero

Stop alla centrale Turbogas

E' stato negativo il parere espresso dagli enti territoriali
Incertezze sul futuro
16 febbraio 2010 - Giuseppe Miretto
Fonte: Il Mattino Caserta

Maddaloni. Ancora nuovi attriti istituzionali. Nessun dialogo con Enel produzione e pure con il ministero dell'Ambiente: rinnovato, e questa volta pure documentato, il netto rifiuto all'ipotesi di ampliamento della centrale elettrica Turbogas di Maddaloni. Che, tra il Comune di Maddaloni e il ministero per l'Ambiente, i rapporti non fossero idilliaci lo si è scoperto nella recente gestione polemica dell'emergenza della Masseria Monti. Ma è bastata una direttiva, per la «valutazione del parere negativo degli enti territoriali» al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia) relativa all'ampliamento della vecchia Turbogas di via Ficucella, per far riesplodere le polemiche. E non è solo il livore per la rimozione dell'ex-sindaco Farina sulla questione rifiuti. «Oggi, non possiamo più dialogare - dice Salvatore Liccardo, vicesindaco facente funzioni (nella foto) - con una struttura ministeriale che, su una questione delicata come quella della Turbogas, ha ignorato il territorio prevedendo addirittura il silenzio assenso sul progetto di ampliamento». Uno sgarbo procedurale. Quindi la centrale Turbogas di Maddaloni è un ferro vecchio: non va potenziata ma va addirittura fermata. È la posizione unitaria del Comune di Maddaloni, della Regione Campania e la Provincia di Caserta. Nessun consenso al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) necessaria per mantenere in esercizio dell'impianto di Maddaloni che comunque deve essere necessariamente adeguato alle severe normative di idoneità tecnica (contenute le decreto legislativo 18 febbraio 2005). Dopo 30 anni di polemiche, l'impianto di via Ficucella continua a dividere. «L'ostacolo insormontabile - precisa Salvatore Liccardo, questa volta nei panni di assessore all'ambiente - è che il nuovo progetto non prevede affatto l'adeguamento del vecchio impianto». Quello attuale (formato da quattro gruppi di 88 megawatt e riconvertito da olio combustibile a metano) è stato chiamato in esercizio nel 2003, dal «Piano Scarioni» per far fronte al «rischio black-out e alle punte di consumo estivo». Poche ore di utilizzo all'anno. «Invece - precisa Liccardo - il nuovo piano prevede di portare a 500 ore l'utilizzo di ciascun gruppo». Così, la Turbogas di Maddaloni, da impianto di riserva, sarebbe promossa a centrale di media potenza. E qui, si apre lo scontro tecnico. L'attuale impianto, capace di 1200 MW, non è strategico per la produzione nazionale di energia elettrica.

Powered by PhPeace 2.6.4