Rifiuti, il processo

Impregilo, i pm chiedono altri 100 milioni

Braccio di ferro in Cassazione dopo le decisioni del riesame
Le indagini sui conti correnti
16 febbraio 2010
Fonte: Il Mattino

La Procura chiede il sequestro di altri cento milioni di euro al gruppo Impregilo. E lo fa depositando un ricorso per Cassazione dopo il recente dispositivo del Riesame, che aveva fissato intorno ai 260 milioni di euro il tetto di beni da sequestrare al termine delle indagini sulla gestione commissariale dell’emergenza rifiuti in Campania. Va avanti così il braccio di ferro tra accusa e difesa, nel corso del procedimento in cui si ipotizza l’accusa di truffa ai danni dello Stato, mentre la difesa di Impregilo, rappresentata dal penalista Alfonso Maria Stile, non sta certo a guardare. Tanto da intraprendere iniziative su un doppio binario: prima l’annunciato ricorso per Cassazione, per ottenere la revoca definitiva del sequestro milionario; poi l’incidente di esecuzione per bloccare l’azione condotta in questi giorni dalla Guardia di Finanza che, su delega dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, punta ai conti correnti di Impregilo. Fatto sta che domani, dinanzi alla quinta sezione penale, sarà il giudice Adele Scaramella a replicare all’istanza presentata dal gruppo Impregilo, nel corso del processo che chiama in causa gli ex vertici del commissariato per l’emergenza rifiuti e l’ex stato maggiore della associazione di imprese, una Ati nata per costruire impianti di smaltimento rifiuti e termovalorizzatori in Campania. Ma qual è la contromossa di Impregilo di fronte al sequestro dei conti correnti? Sono due le motivazioni che hanno spinto Impregilo a depositare l’incidente di esecuzione: non può essere la Procura, ma il Tribunale a operare il sequestro; non è possibile eseguire il sequestro a questo punto del procedimento, vista la dimensione controversa delle decisioni assunte finora in diversi gradi di giudizio. Tre anni fa l’atto iniziale del braccio di ferro. Era la primavera del 2007. Ci fu un doppio intervento, a stretto giro: la decisione del gip Rosanna Saraceno di accogliere la richiesta degli inquirenti, fissando a quota 750 milioni di euro il tetto di beni provento della presunta truffa dei rifiuti; poi la conferma del Riesame. Da quel momento in poi il caso è arrivato in Cassazione. Si sono espresse le Sezioni unite, che hanno rimodulato verso il basso il tetto di beni da sequestrare. Ultimo round due settimane fa, quando il Riesame ha fissato a 260 milioni di euro il tetto della presunta truffa. Di qui un nuovo ricorso per Cassazione di accusa e difesa, mentre domani in aula si attende la risposta dei giudici sull’incidente di esecuzione.

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